26 Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27 mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. 28 Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29 ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30 Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. 31 In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32 Ricordatevi della moglie di Lot. 33 Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. 34 Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; 35 due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». [36 ] 37 Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Luca 17,26-37

In prima lettura il nostro brano sembra volerci indicare soprattutto la necessità di una “vigilanza” che ci consenta di reagire e di accogliere l’evento finale del ritorno del Signore.
Ma io mi permetto di proporvi, sempre con la prudenza della vostra preghiera e della vostra personale riflessione, un’altra “lettura” del testo, forse più attenta al significato di queste parole e di quelle precedenti.
Consideriamo i vers.26-30 per la loro severità nei confronti di un atteggiamento e un comportamento che erano come se nulla fosse accaduto!
Ma invece, per i segni dati da Mosè e da Lot, c’erano segni forti di un “cambiamento” cui adeguare la vita!
Invece, “mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito, compravano, vendevano, piantavano, costruivano” (così, in modo molto sottolineato, ai vers.27 e 28!), come se niente fosse accaduto e niente stesse per compiersi!
Per questo furono sottoposti al giusto e severo giudizio divino.
Io ne trarrei una conseguenza!!
Non si può più vivere come prima!
Per noi l’evento decisivo della vita nuova è la venuta, la Pasqua e la presenza del Signore Gesù!
Non si può più vivere come prima!
Tutto è diverso e nuovo!
L’evento del Cristo è una nuova creazione! Ed è una nuova storia!
Tutto è stato da Lui rigenerato! Tutto è nuovo!
Tutto deve cambiare! Dal mangiare al bere, dallo sposarsi al lavorare … tutto ha acquistato un nuovo volto e soprattutto una nuova sostanza!
Tutto ora celebra la presenza del Figlio di Dio nella creazione e nella storia!
In tutto e sempre siamo chiamati a celebrare il volto nuovo di meraviglia e di salvezza che il Vangelo e la potenza del Signore donano e affidano all’intera umanità!
Tutto deve annunciare, testimoniare e mostrare le nozze divine tra Dio e l’umanità nella presenza, nella Parola, e nello Spirito del Signore!
Tale è il compito e la missione dei discepoli di Gesù: l’annuncio e la testimonianza dei cieli nuovi e della terra nuova donati da Gesù Cristo!
Questo porta alcune conseguenze fondamentali!
La prima, segnalata ai vers.31-32, invita ad interpretare e a vivere gli eventi della vita come celebrazione divina che non ha bisogno di opere nostre!
Il ver.33 ci dona la prospettiva di una vita donata, e dunque l’annuncio della vittoria sulla morte: in Cristo non si muore più, ma si dona e si offre la vita!
Tutto questo, dicono i vers.34-35, non avverrà attraverso opere e avvenimenti clamorosi: esistenze apparentemente uguali si riveleranno del tutto diverse tra loro per il significato profondo che siamo chiamati ad accogliere e ad assumere!
E il dono e il giudizio di Dio saranno assolutamente universali, al di là di ogni apparenza e di ogni interpretazione: tale il significato del ver.37.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.