1 Disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. 2 È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3 State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. 4 E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». 5 Gli apostoli dissero al Signore: 6 «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
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COMMENTO
Il grande pericolo è che noi stessi siamo i promotori e i facitori dello “scandalo”, che è contraffazione e aggressione della verità. Il rischio è la forza che questa negazione del bello e del buono sia potente soprattutto nelle persone più piccole e più fragili, che qui sono esplicitamente citate al ver. 2 come i “piccoli” che vengono scandalizzati. Nello scandalo viene fatto passare come vero e doveroso ciò che è falso e dannoso.
In tal senso il ver. 3 fa riferimento al primato di una fraternità che esige il rimprovero della colpa per condurre tutto al pentimento e al perdono. Tale è la strada maestra per denunciare e per annientare il male.
E’ molto bello che si incoraggi la pazienza che custodisce la speranza anche con la denuncia e il rimprovero per ciò che è male. Sembra evidente un incoraggiamento verso la pazienza, l’umiltà e l’amore fraterno. Questa è la strada che conduce al pentimento e al perdono. Attenzione particolare ci è chiesto di custodire verso i piccoli e i deboli.
E’ preziosa la pazienza, che con tenace umiltà confida nella fede.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco