46 Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
50 di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54 Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Omelia dialogata messa Dozza 08.05.2021 Lc 1,46-56
COMMENTO
Il Magnificat è uno stupendo inno di ringraziamento al Signore per la sua opera di salvezza e per la sua vigilanza d’amore su tutte le nostre povertà. In questo incontro d’amore con Lui non solamente viene affrontato il nostro stato di povertà, ma addirittura quella povertà è intimamente connessa con l’opera e con l’evento della nostra salvezza.
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli”; dunque questa povertà non solamente non è di ostacolo all’opera di Dio, ma addirittura è la causa e il segreto potente della salvezza di Dio per noi.
Non solo! Noi sappiamo che la nostra povertà è la condizione positiva dell’intervento e dell’azione di Dio. Tutta la storia della salvezza è condotta e illuminata dallo stesso “farsi povero” di Dio: dall’Incarnazione, che lo vede rivestirsi della nostra povertà creaturale, alla sua radicale umiltà e alla sua obbedienza al Padre fino alla croce.
Tutta la creazione e tutta la storia vengono dunque chiamate e portate alla salvezza dal “farsi povero” del Figlio di Dio. E quindi, ciò che segnava e imponeva la nostra estraneità fino alla morte, diventa, per la morte del Figlio di Dio, principio e fonte di salvezza.
In Gesù la morte è diventata obbedienza al Padre e fonte della salvezza. Propriamente in Gesù e con Gesù la Pasqua di morte e risurrezione del Signore è fonte e rivelazione del Regno di Dio. Per questo, nella fede la morte è diventata dono e offerta della vita.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco