39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Seleziona Pagina
Ricevuta la visita del Signore con l’annuncio angelico, Maria “si alza” (il verbo è quello della Risurrezione!) e compie questo viaggio verso “la regione montuosa”: “in fretta”! (ver.39) Mi pare si voglia che noi sempre teniamo connesse le due “alleanze”, ora fortemente custodite e manifestate nei due bambini che Maria ed Elisabetta portano in grembo.
Elisabetta porta il segno supremo della profezia di Israele, e Maria Colui che è adempimento dell’attesa messianica e pienezza di dono e di rivelazione della salvezza per tutta l’umanità!
Il saluto di Maria ad Elisabetta (ver.40) esprime tutto il riconoscimento e la riconoscenza del mistero cristiano verso la profezia e l’attesa del Popolo della Prima Alleanza.
Nel grembo di Elisabetta “il bambino sussultò” (ver.41) che al ver.44 Elisabetta interpreta come sussulto “di gioia”!
E Maria confessa e proclama nella sua stessa persona l’adempimento della profezia di Israele.
Lo fa riconoscendo e proclamando la divina maternità di Maria: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (ver.42), e glorificando la meraviglia di questa visita: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?” (ver.43).
Addirittura, il ver.45 è una lode esplicita e appassionata alla fede di Maria.
Tutto questo mi porta ad una conclusione sulla quale mi sembra che da anni sempre più cresca un consenso! E cioè, che la visita ad Elisabetta sia per Maria passaggio essenziale per arrivare, proprio nella casa di Elisabetta, alla meraviglia del suo “Magnificat” che, se Dio vuole, incontreremo domani.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nelle parole di Elisabetta, una benedizione e una beatitudine. “Benedetta tu fra le donne”: secondo gli esperti del linguaggio biblico, la formula equivale a un superlativo: Sei “benedettissima”, la più benedetta delle donne. La benedizione, in Israele, sfociava innanzitutto nella fecondità. E difatti da Maria verrà il Figlio per eccellenza e verrà la moltitudine di figli che conosceranno Dio come Padre. – “Beata colei che ha creduto”: questa espressione traduce un unico participio greco che si potrebbe rendere con “Beata la credente”, “Beata colei-che-crede” per eccellenza. Beata vuol dire felice: felicità e gioia traspaiono da tutto il racconto e vogliono “contagiare” anche noi.