12 Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. 13 Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 14 Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15 E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 16 Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
Seleziona Pagina
COMMENTO Lc 10,1-16
Settantadue (o settanta) è il numero dei popoli pagani secondo la tradizione biblica. Questo ci porta alla realtà universale di tutto il piano della salvezza che Dio ha consegnato profeticamente al popolo ebraico nella alleanza antica e che Cristo annuncerà come orizzonte dell’opera della salvezza che il Padre gli ha affidato: è la vocazione universale di tutto il genere umano, che di questo renderà partecipe l’intera creazione.
E’ interessante il contrasto tra questa missione universale e la realtà dell’annuncio evangelico, che continua a cercare ogni frammento della creazione e della storia: la conversione rimane sempre il prezioso incontro tra la potenza divina e la realtà di ogni creatura. E la creatura umana è il cuore di questa salvezza che nel Cristo, vero uomo e vero Dio, ha la sua fonte e la sua pienezza. Il progetto immenso esige che molti siano gli operai di questa messe (ver 2) ed è oggettivo il contrasto tra gli agnelli e i lupi, per sottolineare che sarà la potenza della croce ad accompagnare e condurre la missione di salvezza di tutta la creazione e di tutta la storia.
Sarà una missione che avrà come sua nota forte quella povertà e quella fragilità che ha avuto in Gesù la sua suprema rivelazione e manifestazione. Per questo, anche i “settantadue”, che rappresentano l’annuncio dell’intera Chiesa, saranno come “agnelli in mezzo ai lupi”, tanto poveri da non avere “borsa, né sacca, né sandali” (ver. 4).
In tutto questo vivranno sia l’accoglienza, sia il rifiuto, che, per la mitezza di questa missione, caricherà di responsabilità chi può accogliere come chi può respingere. La storia antica ha già manifestato tale dramma.
Ora la salvezza viene annunciata a tutti i popoli della terra: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco