Nella prima parte del paragrafo 5 della prima omelia sull’Esodo Origene legge la figura del faraone in due periodi: il primo, quando conosceva Giuseppe, il secondo quando non lo conosceva. Se il lettore di Es 1 si ricorda di Gesù Cristo risorto dai morti, è col primo faraone che onora Giuseppe e favorisce Giacobbe e gli altri suoi figli; se invece il lettore si dimentica del Risorto, finisce preda del secondo faraone che lo costringe ai lavori forzati ed organizza il suo genocidio. Ad un livello ulteriore e più profondo, il faraone che non conosce Giuseppe è il diavolo che ha l’oscuro presentimento che i figli d’Israele siano più forti degli egiziani e, moltiplicandosi, si possano alleare con i nemici degli egiziani e danneggiarli. Le città che il faraone si fa costruire indicano il dominio delle tenebre e della morte, definitivamente sconfitte da Gesù sulla croce. I cristiani, divenuti col battesimo “figli di Israele”, sono chiamati a “vedere Dio con l’anima”.