Trattando di paternità terrestre e soprattutto celeste e attribuendo a Giacobbe la facoltà di generare le “anime” dei suoi dodici figli e dei loro discendenti (75 in tutto, secondo i Settanta), Origene allude all’enumerazione di una successione mistica che ritrova nel racconto di Es 1 quando si parla della fecondità dei figli d’Israele dopo la morte del patriarca Giuseppe. Egli è figura di Gesù Cristo, chicco di frumento caduto in terra e divenuto fecondo dei credenti che formano la Chiesa. Al senso mistico Origene aggiunge “un senso morale che edifica le anime di chi ascolta”: se accogli la mortificazione di Cristo facendo morire in te i sensi della carne, i peccati e i vizi, vedrai la nascita e la fecondità dei sensi dello spirito, buoni e spirituali, ovvero le virtù. S. Paolo, stretto tra il desiderio di morire per essere con Cristo e il dovere di essere utile ai fedeli, è il modello di chi rinuncia al proprio tornaconto individuale per dedicarsi all’evangelizzazione che genera figli, comunità, chiesa.
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