Gesu-e-la-samaritanaCaro don giovanni, in tutta pace e con il bene che le voglio e come leggo volentieri la sua rubrica, è per questi motivi che le scrivo due righe per dirle che non sono d’accordo sul consiglio che lei ha dato alla persona che le scriveva domenica passata. Siamo sempre noi donne a dover cedere e fare la pace e magari anche chiedere scusa. Io sono stata fortunata, ma se dovessi portare i pesi che portano molte mie amiche credo che mi sarei ribellata. Penso che abbia ragione il proverbio che è meglio soli che male accompagnati.

La ringrazio per il suo messaggio e volentieri le do ragione. Detto questo accetto la provocazione che mi viene dalle sue parole, perché mi consente di appoggiare il consiglio di cercare la pace, consiglio che davo alla signora cui rispondevo domenica scorsa, con una “giustificazione” di grande spessore. Ci sono infatti delle “ragioni” che vanno oltre la ragione e che si fondano sul mistero profondo della vita umana. A quel livello, la Parola di Dio e la grande sapienza che ne scaturisce colgono nel mistero del femminile una nota altissima del suo essere e del suo agire nel mondo. Ricordo un antico episodio: con un gruppo di giovani, molti anni fa, si discuteva di politica e di pace. Ci passa accanto una vecchia monaca, che si ferma, ci guarda con ironia e dice: “Come potete pensare che ci possa essere pace tra i popoli, se non si definisce e si attua la pace tra l’uomo e la donna?”. E, richiesta da noi, ci invita a cogliere il legame tra i grandi conflitti della storia e i maschilismi che in tutte le culture, e – dice lei – anche nella comunità cristiana, non capiscono e non accolgono il compito privilegiato della donna di essere la fonte della pace nella relazione tra uomo e donna. Mancando questo, la fragilità e la violenza maschile non hanno freno nel far prevalere sempre, e a tutti i livelli, il conflitto e dunque la violenza, e le ragioni del più forte, o meglio del più violento. Ci commentò la vecchia monaca un testo della Prima Lettera di Pietro, ma qui non abbiamo tempo e spazio per farne citazione. Resta che proponendo a quella signora di cercare un percorso di pace, sono sicuro di non averle chiesto l’ennesima umiliazione, ma al contrario, di esprimere tutta la potenza della sua femminilità. Lei ora mi dice il suo disaccordo, di cui capisco bene il motivo. Resta che qualche volta – è successo così anche al Figlio di Dio – quando si perde, è allora che ai livelli più profondi e più veri, si vince. Io quindi non condivido neppure il proverbio del meglio soli che male accompagnati. Per me è meglio litigare che non avere nessuno con cui litigare. La pace è un incessante bisogno e desiderio di fare la pace.
Buona Domenica.

Don Giovanni.

Domenica 26 Maggio 2013.