Domenica delle Palme (Anno A)

Le letture secondo il lezionario festivo ufficiale sono:
Mt 21,1-11
Is 50,4-7 Sal 21 Fil 2,6-11 Mt 26,14- 27,66.

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Di seguito i testi liturgici della messa della V domenica di Quaresima (Anno A)
N.B: le parti comprese tra parentesi quadre non fanno parte dei testi “ufficiali” del lezionario festivo

Vangelo dell’ingresso del Signore:
Matteo 21,1-11.

1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. 3 E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». 4 Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
5 Dite alla figlia di Sion:
Ecco, a te viene il tuo re,
mite, seduto su un’asina
e su un puledro, figlio di una bestia da soma.
6 I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7 condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8 La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. 9 La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava:
«Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!».
10 Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11 E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

Isaia 50,4-7

4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
5 Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6 Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
7 Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

Dal Salmo 21(22)

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». RIT.

17 Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
18a Posso contare tutte le mie ossa. RIT.

19 Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. RIT.

23 Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
24 Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele. RIT.

Filippesi 2,6-11

Cristo Gesù, 6 pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
7 ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
9 Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11 e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo:
Matteo 26,14- 27,66

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». Gli rispose Gesù: «Tu l’hai detto; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.

Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».

Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Parola del Signore.

i canti della liturgia domenicale di Sammartini, fare riferimento alle indicazioni diffuse tramite Whatsapp.

CANTI PER LA LITURGIA DOMENICALE DELLA DOZZA
(cliccare su “video” per il link audio)

 

CONVOCAZIONE
50 VERSO TE O CITTÀ SANTA (Sal 121)

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Rit. Verso te o città santa
verso te terra del Salvator
pellegrini camminando
noi veniamo a te

1 Io fui pieno di gioia
quando hanno detto a me
venite e andiamo
alla casa del Signor
ed ora i nostri piedi
stanno alle tue porte
si fermano i piedi
davanti a te Gerusalem

2 Gerusalemme santa
città riedificata
tu sei ricostruita
compatta e salda in unità
a te Gerusalemme
verranno le tribù
è legge in Israele
lodando il nome del Signor

3 là sono stabiliti
i seggi di giustizia
risiedono i troni
della casa di Davide
la pace domandate
sopra Gerusalemme
sia pace a chi ti ama
sia pace alle tue mura

4 per amici e fratelli
dirò su te sia pace
per la casa di Dio
io chiederò il bene per te
sia gloria al Padre al Figlio
allo Spirito Santo
com’era nel principio
ora e per tutti i secoli

ARRIVO DEI MINISTRI
70 GERUSALEMME LODA IL SIGNOR (Sal 146)

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Rit. Gerusalemme loda il Signor
canta o Sion al tuo Dio
osanna osanna
osanna al figlio di David

1 Intonate la lode al Signore
com’è dolce cantare al Dio nostro
componiamogli inni soavi
a lui i salmi dovuti di gloria

2 la città sua rialza dal fango
d’Israele i dispersi raduna
dà sollievo ai cuori affranti
e guarisce le loro ferite

3 egli conta le innumeri stelle
ed ognuna egli chiama per nome
il Signore è grande e potente
la sua scienza è senza confini

4 il Signore solleva gli oppressi
e nel fango abbatte i potenti
innalzategli un canto di grazie
il Signore onorate con cetre

5 egli oscura il suo cielo di nubi
per la terra dispone la pioggia
e i monti ammanta di verde
dona il cibo a tutti i viventi

PROCESSIONE DELLE PALME
129 OSANNA AL FIGLIO DI DAVID (Mt 21)

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Rit. Osanna al Figlio di David
sia benedetto colui che viene
nel nome del Signore
egli è il re d’Israele
osanna nel più alto dei cieli

1 A te lode e gloria in eterno
a te Cristo re salvatore
come i fanciulli un tempo
ti dissero in coro osanna

2 tu sei il re d’Israele
di Davide l’inclita prole
nel nome santo di Dio
o re benedetto tu vieni

3 gli angeli tutti in coro
ti lodan nell’alto dei cieli
e lodano te sulla terra
le cose e gli uomini insieme

4 il popolo tutto ebreo
recava a te incontro le palme
e noi con preghiere e voti
il canto eleviamo a te

5 a te che andavi alla morte
levavano il canto di lode
ed ora a te o re nostro
insieme cantiamo in coro

6 allora gradisti quel canto
tu accetta la nostra preghiera
re buono re mite clemente
cui piace in dono ogni bene

7 e mentre il Cristo entrava
nella città santa di Dio
la folla del popolo ebreo
la risurrezione annunciava

8 a te o Signor della vita
le palme in mano agitava
con voce di gioia acclamava
osanna nell’alto dei cieli

9 e quando fu dato l’annunzio
che Gesù il Cristo Signore
veniva a Gerusalemme
il popolo gli andò incontro

10 la folla uscì verso di lui
con rami di palma in mano
con voce di gioia acclamava
osanna nell’alto dei cieli

OFFERTORIO
259 SVEGLIATI SION (Is 52)

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Svegliati, svegliati o Sion 

metti le vesti più belle

scuoti la polvere ed alzati

Santa Gerusalemme

1) ecco ti tolgo di mano
il calice della vertigine.
la coppa della mia ira
tu non berrai più

2) sciogli dal collo il legami
e leva al cielo i tuoi occhi.
schiava figlia di Sion
io ti libererò

3) come son belli sui monti
i piedi del messaggero.
colui che annunzia la pace
è messaggero di bene.

4) ecco le tue sentinelle
con gioia hanno alzato la voce
perchè hanno visto con gli occhi
che il Signore ritorna

5) voi prorompete nel canto
rovine di Gerusalemme
il tuo Signore consola
redime il popolo suo

6) davanti a tutte le genti
il suo santo braccio ha snudato
e tutta la terra ha visto
che il nostro Dio ci salva

7) da Babilonia uscite
formando un grande corteo
il tuo Signore ti guida
cammina davanti a te

COMUNIONE
169 PER NOI CRISTO È MORTO (1 Gv 3)

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Rit. Per noi Cristo è morto per noi è risorto
noi conosciamo l’amore di Dio
siamo passati da morte a vita
e ci amiamo come fratelli

1 Quale grande amore ci ha dato il Padre
che siam chiamati figli di Dio
e noi lo siamo per questo il mondo
non ci conosce perché non conosce lui

2 ora amati siam figli di Dio
e non ancora si manifestò
ciò che saremo si manifesterà
saremo simili a lui lo sappiamo

3 noi lo vedremo come egli è
chiunque spera chi spera in lui
santo sarà come santo è Dio
santo sarà così come santo è Dio

4 chi fa il peccato compie iniquità
poiché il peccato è iniquità
voi lo sapete si manifestò
per espiare lui che mai non peccò

5 chi in lui rimane non peccherà
chiunque pecca non ha visto lui
non lo conosce ora figli miei
nessuno possa più ingannarvi

6 colui che compie la giustizia
è reso giusto come è giusto lui
chi fa il peccato è dal diavolo
lui dal principio è peccatore

7 per questo egli si manifestò
lui il Figlio il Figlio di Dio
è apparso a noi per distruggere
tutte le opere del diavolo

8 chi è generato da Dio Padre
non fa peccato perché il seme suo
rimane in lui non può peccare
poiché da Dio egli è generato

9 vediamo in questo i figli di Dio
vediamo in questo i figli del nemico
chi non è giusto non è da Dio
né chi non ama il suo fratello

FINALE
102 TI ADORIAMO CRISTO (Is 63)

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 (Prima gli uomini; le donne ripetono)

1 Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
con la tua croce hai redento il mondo

Rit. (solista) La croce
(tutti) la croce
(solista) la croce
(tutti) la croce
la croce tua Signore
è fonte di vita è fonte dell’amore (2 v.)

2 osservate se nel mondo c’è un dolore
simile al mio dolor dice il Signore

3 perché mai è rossa la tua veste amato
rossa come il sangue che tu hai versato

4 per il vino nuovo l’uva ho spremuto
e dal mio popolo non ebbi aiuto

5 la salvezza vostra era nel mio cuore
l’anno del riscatto il giorno del Signore

6 se il chicco non muore rimarrà da solo
ma se invece muore porta molto frutto

7 chi sul legno ha patito la sconfitta
dallo stesso legno ottiene la vittoria

8 sotto il melo amata ti ho risvegliata
Chiesa dalla croce tu sei generata