36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Ancora una volta, e dovrei dirlo sempre, vi chiedo di ricevere i miei pensierini con molta prudenza, perché io stesso sono stupito di come ogni giorno la Parola mi costringa ad accoglierla nella sua incessante novità e nella sua continua provocazione.
Il brano di oggi mi seduce per come, dopo la prima grande affermazione – “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”(ver.36) – le indicazioni che seguono sembrano chiedere la fedeltà a questo sublime invito alla misericordia con una consapevolezza assolutamente realistica dei nostri limiti e delle nostre povertà. Per cui, per celebrare la misericordia del Padre, non possiamo far altro che comportarci con tutta l’umiltà richiesta dalla nostra piccolezza e da tutte le nostre povertà.
Non dobbiamo giudicare e condannare, per non essere giudicati e condannati. Il perdono è la condizione per essere perdonati, come Gesù ci insegnerà nella preghiera del “Padre nostro”(Lc.11,4). Il ver.38 promette anche la possibilità di un dono: “una misura buona, colma e traboccante”, in proporzione di come saremo stati sovrabbondanti nel perdonare gli altri.
E qui interviene – e mi sembra meraviglioso! – una parabola che in Matteo 15,12-14 è rimprovero verso chi vuole farsi maestro di altri, e che nel nostro testo assume il significato di un atteggiamento che ci porta a considerarci sempre più piccoli di ogni altro, più bisognosi di aiuto, come il discepolo ha sempre bisogno del suo maestro, e al massimo, se sarà “ben preparato”, sarà come il suo maestro”(ver.40).
E, a conferma di questo, ecco l’immagine della pagliuzza e della trave, ai vers.41-42. Ognuno deve considerarsi sempre come chi ha nel suo occhio una trave. Come può pretendere di poter chiedere al fratello di togliergli la pagliuzza che ha nel suo occhio? Dovrà sempre, prima, togliere la trave dal suo occhio per poter offrire al fratello la possibilità di togliergli la pagliuzza che sta nel suo occhio. Come posso pensare di essere il correttore del mio fratello, io che ho bisogno di essere aiutato più di ogni altro?
Se questa lettura del testo è possibile, eccone la conclusione: la misericordia del Padre possiamo celebrarla proprio attraverso l’umile consapevolezza della nostra condizione di poveri peccatori, bisognosi di essere aiutati da tutti. E’ affermazione suprema di una fraternità profonda lungo la strada della salvezza che il Signore ci ha regalato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.