12 Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 13 Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. 14 Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». 15 Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. 16 Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

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Rispetto alla precedente traduzione italiana il nostro testo preferisce rendere alla lettera il verbo “purificare”. E’ chiaro che per noi oggi la lebbra è una malattia tra le altre, e non ha alcuna nota di carattere “spirituale”, come era per le culture antiche e per la stessa Scrittura biblica. Tuttavia mi sembra che l’esperienza della malattia sia anche esperienza di una presenza di male, di una certa “esclusione” dal consesso umano, e talvolta anche di un certo collegamento con qualche responsabilità morale. Capita che il malato si senta quindi isolato e persino escluso…! Vedo come solo il Signore può liberare da tutto questo accogliendo il malato dentro al mistero della sua Passione. In questo senso, veramente ogni “malattia” viene sanata e può assumere il volto pasquale di un sacrificio d’amore.
Avvertiamo molto forte e molto potente anche la presenza del verbo “volere”: “..se vuoi, puoi purificarmi…Lo voglio, sii purificato”(vers.12-13). C’è una forte sottolineatura della persona di Gesù e della nostra relazione con Lui. Viene messo in evidenza non tanto il suo “potere”, che è dato per certo – “ se vuoi, puoi..” – quanto la sua volontà di salvarci! Gesù vuole salvarci. E siccome lo vuole, certamente lo fa! Si tratta di accorgersene e di agire di conseguenza. Possiamo chiederci quindi per quale ragione Gesù chieda la riservatezza. Chi ha in qualche modo fatto questa esperienza, sa come si tratti di un dato molto intimo e delicato, il che rende ben comprensibile la richiesta di “non dirlo a nessuno”. O meglio, chiedendogli di mostrarsi al sacerdote e di agire secondo le disposizioni della Legge contenute nel Libro del Levitico, in realtà Gesù non tiene segreto quello che è avvenuto, ma lo colloca nel cuore della storia della salvezza, come compimento della profezia della Prima Alleanza, e come celebrazione, in Gesù, del mistero pasquale della sua risurrezione.
Le folle che “venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie”(ver.15), non trovano in Lui un mago o un potente di questo mondo, ma un “uomo nuovo”, che tutto riceve dalla sua comunione con Dio Padre. E per questo ama ritirarsi “in luoghi deserti a pregare”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.