14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
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Come si vede bene al ver. 14, è lo Spirito Santo che unifica profondamente la persona e l’opera di Gesù di Nazaret, Figlio dell’Uomo e Figlio di Dio. Lo stesso Spirito che scendeva su di Lui al Giordano (Lc. 3,22) e che lo conduceva nel deserto (Lc. 4,1), ora lo guida in questo inizio della sua predicazione.
E’ caratteristica del solo Luca questa collocazione della predicazione di Gesù nella sinagoga di Nazaret. Anche Matteo e Marco ne parlerannno, ma come episodio più tardivo. Qui è significativo che ci troviamo proprio all’inizio della missione di Gesù. Perciò in certo modo il nostro brano di oggi si può considerare unico tra le memorie evangeliche.
Il ver. 16 collega fortemente la vicenda attuale con tutto il passato dell’infanzia e dell’adolescenza del Signore. Lo aveva fatto anche precedentemente, e in maniera sottolineata, come qui, in Lc. 2,41-50, nell’episodio del suo ritrovamento tra i dottori del Tempio. Anche allora ci siamo trovati davanti ad un passaggio epocale della vita terrena di Gesù, quasi uno strappo. Tutto questo mi fa pensare anche a quello che abbiamo già ascoltato nel Vangelo secondo Luca circa il legame profondo e il profondo mutamento che si compie tra l’attesa del popolo di Dio e l’adempimento che tutto riceve dalla venuta e dalla presenza del Messia.
Ed è ancora nella consuetudine della sua vita famigliare e religiosa la lettura della Scrittura. Qui c’è forse la particolarità di una “scelta”. E’ vero che il testo dice che il rotolo di Isaia “gli fu dato”, però allo stesso ver. 17 dice che “trovò il passo…”, quasi appunto lo abbia esplicitamente cercato.
La novità clamorosa è il commento al testo di Isaia, così in sé forte anche per quella prima persona singolare che concentra tutto in modo molto forte su una singola persona: “..è sopra di me…mi ha consacrato…mi ha mandato”(ver. 18). Il commento che Gesù fa di questo testo profetico è brevissimo, e legato ad alcune precisazioni testuali di grande rilievo. Innanzi tutto il suo sedersi dopo la lettura: un gesto evidentemente consueto, ma che qui assume tutto il tono di una specie di intronizzazione del Maestro e Signore. Allo stesso ver. 20 dice di questo sguardo intenso di tutti su di Lui. E quello che Gesù dice al ver. 21 sembra proprio voler partire da questa concentrazione sulla sua persona, e quindi sul mistero della sua persona. La frase che Egli dice è diversa da come si presenta in italiano, ed è più forte: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura nei vostri orecchi”. Infinite volte quel testo è stato letto nelle sinagoghe, ma “oggi” queste parole antiche sono assolutamente nuove. Le parole antiche “si adempiono” sulle labbra di Gesù, nell’essere Lui guardato da tutti, e nell’aver loro ascoltato queste parole da Gesù stesso! Da quel giorno di Nazaret è così sempre, in tutti i luoghi dove la Scrittura venga letta e ascoltata nella fede di Gesù! E’ Lui il grande protagonista, l’unico! Ogni volta che nella fede la Scrittura viene letta e ascoltata, è Lui che la proclama nei cuori di chi ascolta. E’ di Lui che tutta la Scrittura parla! E’ Lui il soggetto e l’oggetto – perdonate l’espressione barbarica – di tutta la Scrittura!
Un piccolo particolare, che alcuni esegeti ritengono significativo: Gesù non completa la lettura del testo di Isaia, ma si ferma prima delle parole che annunciano “la vendetta del nostro Dio”. Pare che anche in questo il comportamento di Gesù sia stato un po’ “trasgressivo”: non si doveva interrompere la lettura se non a testo completo. …Ma il messianismo che Gesù intende compiere non ha i toni di una rivalsa nazionalistica (contro i “pagani”, in particolare contro i romani, come ci si aspettava). Non ci sarà nessuna vendetta da parte di Dio. – Lo Spirito porta Gesù ad “annunziare ai poveri un lieto annunzio”, a proclamare la liberazione…: è l'”anno di grazia del Signore”.
Anche a me è piaciuto il fatto che la lettura e l’insegnamento di Gesù della Scrittura avviene da un lato in un contesto “normale” di culto e di preghiera, dall’altro però porta una novità straordinaria data proprio dalla sua persona, dal suo essere il Messia, il compimento, quello di cui tutte le scritture parlano.
Anche io penso che possiamo metterci nei panni di quelli che erano nella sinagoga: fissiamo lo sguardo su Gesù e ci rallegriamo perchè la parola che abbiamo negli orecchi, che ascoltiamo e riascoltiamo tutti i giorni, oggi si è adempiuta!
E questo succede tutti i giorni!