51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
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Qualche precisazione sui verbi della prima parte del ver.51 consente di coglierne meglio la ricchezza. Dove l’italiano dice “partì con loro”, il testo greco dice “scese con loro”. Ricor-diamo che nella tradizione, e anche nel linguaggio odierno, a Gerusalemme sempre si sale e da Gerusalemme sempre si scende. Qui però possiamo pensare anche al desiderio del-l’evangelista di porre a contrasto le grandi rivelazioni su Gesù e l’umiltà della sua condizio-ne umana. Lui è il soggetto del verbo – “scese con loro” – e quindi a lui è attribuito princi-palmente un verbo di diminuzione-umiliazione. Questo si accompagna e trova conferma nell’essere egli “sottomesso” (“subditus” dice la versione latina per esprimere bene una sottomissione “ordinata”, una disciplina) a Maria e Giuseppe.
La seconda parte del ver.51 attribuisce nuovamente alla Madre quello che già abbiamo in-contrato al ver.19. Mi pare molto bella questa custodia che dice di Lei – e con Lei di tutta la Chiesa – un atteggiamento che pure esprime una sottomissione; è la sottomissione pro-fonda al “mistero grande” che avvolge la sua persona e la sua vita; e sembra essere anche il suo compito! Il verbo non vuol esprimere una memoria “statica”, come fosse un deposi-to-magazzino di notizie, ma al contrario dice un rapporto vivo e dinamico con quello che Lei ha udito, visto e vissuto. Il verbo quindi si accorda bene anche con quel “non compre-sero” che di Lei e di Giuseppe diceva il ver.50. La Parola di Dio non può mai essere pro-priamente “compresa”, ma deve appunto essere custodita e incessantemente ripresa e ri-meditata; in questo modo la Parola “cresce” in chi la custodisce – sia un soggetto persona-le sia un soggetto comunitario – e continua quindi a non essere “compresa” perchè non si può esaurirne il significato, ma cresce e fa crescere chi come la Madre la custodisce in tal modo nel suo cuore.
E ancora, il ver.52 ripropone la tensione tra il farsi piccolo di Dio nella persona di Gesù di Nazaret, e peraltro, e conseguentemente (!), il suo crescere “in sapienza, età e grazia da-vanti a Dio e agli uomini”. In Lui tutto cresce, nel senso che si rivela sempre più la sua condizione di Figlio di Dio, e insieme si afferma la fisionomia di una umanità nuova annun-ciata e comunicata dal Figlio dell’Uomo.
Mi sono fermata sulla sottomissione di Gesù: mi sembra questa un grande regalo di Dio, frutto dell’amore e della pazienza che il Signore ha per Maria e Giuseppe e per noi.
Mi pare che questa sottomissione sia la reazione di Gesù alla non comprensione delle parole dette a Maria e Giuseppe. Difficile d’altronde comprendere e vivere che Gesù lasci la nostra carovana per stare nelle cose del Padre suo, difficile comprendere e vivere che il nostro pastore ci lasci sul monte per andare a cercare la pecorella smarrita… Mi consola questa sottomissione che mi pare un attendere i nostri tempi di crescita e di comprensione della\nella Parola così che quel bambino che cresce in sapienza, età e grazia mi pare sia il piccolo Gesù che dimora in noi.