5 Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6 “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. 7 Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. 8 Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. 9 Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”.
10 Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11 e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12 Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13 Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14 Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15 io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17 sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18 Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19 Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.
Il brano odierno contiene l’inizio dell’ultima parte dell’insegnamento di Gesù nel tempio di Gerusalemme. Col capitolo successivo, il 21, entreremo infatti nella memoria della passione, morte, sepoltura e risurrezione di Gesù dai morti. Il testo di oggi ha dei paralleli significativi in Mt 24 e Mc 13.
Dopo il racconto dell’offerta dei ricchi e della povera vedova nel tesoro del tempio (cf. 20,45-21,4) «alcuni» (v. 5) portano l’attenzione sull’aspetto esterno dell’edificio del tempio (cf. v. 5). Gesù, con le parole del v. 6, sembra fermare l’entusiastica soddisfazione e ammirazione davanti alla bellezza esterna degli edifici e dà la notizia della futura distruzione del tempio, che di fatto avverrà qualche decennio più tardi. All’inevitabile domanda del v. 7 Gesù offre la spiegazione di quanto deve succedere, insieme a delle raccomandazioni particolari riservate ai suoi discepoli.
La distruzione del tempio precederà «la fine» (v. 9), cioè la fine del mondo e della storia umana, e sarà preceduta dalle persecuzioni contro i discepoli (cf. vv. 12-17), da guerre (cf. v. 10), «terremoti, carestie e pestilenze» (v. 11). Come si vede, nella risposta di Gesù alla domanda del v. 7 si mescolano insieme spiegazioni che comprendono argomenti diversi: le persecuzioni dei primi cristiani, i disordini politici internazionali del I secolo dopo Cristo, la distruzione del tempio di Gerusalemme e la fine del mondo.
Oltre alle spiegazioni Gesù dà raccomandazioni specifiche che i suoi discepoli dovranno osservare durante le persecuzioni che subiranno: non farsi ingannare (cf. v. 8a), non seguire i falsi riferimenti (cf. v. 8b), non terrorizzarsi (cf. v. 9), non preparare la propria difesa (cf. v. 14), perseverare (cf. v. 19).
Si possono infine cogliere alcune note di grande incoraggiamento che Gesù vuole evidentemente trasmettere ai suoi discepoli in vista dei tempi duri che li attendono. Le persecuzioni saranno un’occasione per rendere testimonianza (cf. v. 13). Gli avversari dei discepoli saranno vinti dalla loro bocca e dalla loro sapienza (cf. v. 15). Nemmeno un capello dei discepoli andrà in rovina (cf. v. 18).
Ci è parso che il testo di oggi ci insegni a come vivere l’attuale tempo della storia. Davanti agli sconvolgimenti, esterni e anche interiori, il suggerimento principale sembra essere quello di perseverare, in parallelo all’esortazione di Gesù nel Vangelo di Giovanni, di rimanere in lui. In altri testi è evidenziato che la perseveranza è un aspetto della carità. Abbiamo anche ricordato l’invito di Gesù di essere pronti, con i fianchi cinti, e di come già allora si era notato che ciò non voleva dire fare cose speciali, ma di vivere nella fede la quotidianità, in quella vigilanza legata alla non conoscenza dell’ora che è raccomandata in altri testi. Una vigilanza attenta, ma non nella paura e nell’ansia. Anche a fronte della situazione di emarginazione e persecuzione, segnalata come “prima di tutte queste cose”, l’annotazione di non preparare prima cosa dire, sembra ancora essere interna alla raccomandazione di vivere nell’oggi, sapendo che al momento il Signore ci assisterà con il suo stesso Spirito.
Il testo non pare avere uno stacco dai primi versetti del cap. 21; anzi il superfluo gettato da molti nel tesoro del tempio può avere un riscontro nella pietre e nei doni decoranti il tempio, così belli nella loro evidenza, ma oggetto nel giudizio del Signore, come destinati a completa scomparsa. Invece l’offerta totale della vita della vedova povera, fatta dalla sua manchevolezza, è ciò che è chiamato a durare, ciò per cui oggi il Signore chiede la perseveranza, il modo in cui vivere questo tempo della storia, in conformità al proprio Signore.
Il Vangelo di oggi mi sembra inizia a introdurci nel cap. 22 e nella Passione.
Mi ha colpito che prima delle distruzioni, delle guerre ci sarà l’occasione di ‘render testimonianza’ (dal greco martyrion ) e in Marco ‘è necessario che il Vangelo sia proclamato alle genti’.
Ho trovato nel Signore il desiderio di esserci vicini. Nella raccomandazione di non seguire false voci e nei paralleli quando parla della Sua venuta, alla fine.
Ho trovato nelle parole di oggi anche un po’ un avvertimento, sulla vita cristiana, sulle fatiche, le incomprensioni, le difficoltà. L’ultimo versetto sulla ‘perseveranza’ che potrà salvarci mi ha riportato alla vedova e al suo obolo, ‘ha dato tutto quanto aveva per vivere’.
In prossimità della Passione mi sembra proprio che già svetti sullo sfondo il Signore e la sua offerta.
E’ stato notato che, di fronte alle parole di Gesù sulla distruzione del magnifico tempio, i circostanti non chiedano: Come avverrà? perché avverrà?; chiedono invece: Quando? Quale segno ci farà capire che è il momento? – In Israele, infatti, si pensava che nel momento del massimo disastro, proprio allora il messia vittorioso avrebbe instaurato il regno di Dio, inteso come l’Israele destinato a dominare sulle nazioni. Ecco perchè l’accento sul “quando”… E noi oggi sappiamo che in realtà il messia vittorioso è venuto e il regno di Dio è stato instaurato, anche se in modi assolutamente diversi, inaspettati: alla maniera di Dio… – Fra tutte le altre parole importanti del brano odierno, anch’io vado a fermarmi “sui capelli”: nemmeno uno andrà in rovina. Com’è rassicurante sapere che il Padre si occupa delle cose più insignificanti della nostra vita.