1 Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani 2 e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». 3 E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: 4 il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». 5 Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. 6 Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». 7 Risposero quindi di non saperlo. 8 E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
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Il testo che oggi consideriamo e celebriamo nella nostra preghiera è un po’ indebolito dalla versione italiana che parla di “autorità”, mentre si tratta di “potenza”: “Dicci con quale potenza….o chi è che ti ha dato questa potenza”(ver.2). La domanda è quindi di radicale importanza, perché subito si precisa che essa può venire o dalla terra, e quindi è una potenza mondana ,possibile agli uomini, oppure è “dal cielo”, come dirà Gesù nella sua risposta, e quindi da Dio, come dono di Dio. Forse ponendo la domanda i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani non si rendono pienamente conto della profondità e gravità della questione. E’ tutto una costruzione umana, magari anche prodigiosa e straordinaria, o è quello che al mondo non né possibile e può dal mondo essere solo ricevuta e accolta? La domanda è più importante di quello che può sembrare ad una prima considerazione, perché esclude che possa essere una capacità umana di raggiungere il cielo, di costruire un “torre di babele” capace di raggiungere il cielo, u a “religione” capace di conquistare Dio. No! O è una o l’altra. Questa è una conquista di pensiero tipica e straordinaria, propria della grande tradizione spirituale dell’ebraismo. Può sembrare una posizione anche cinica, ma in ogni modo di grande rilievo.
Gesù risponde con una domanda! E con questa vuole coinvolgere tutta la realtà e tutta la storia di Israele, come preparazione, profezia e quindi cammino di fede che congiunge strettamente e necessariamente la Prima e la Seconda Alleanza. E’ la storia della salvezza che in Giovanni Battista ha avuto il suo ultimo profeta e che in Gesù ha il suo compimento e la sua pienezza. Il “neanch’io vi dico…” del ver.8 esprime in modo potente la continuità e la necessaria contiguità delle tue alleanze.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-201-8.html
In questo episodio vediamo Gesù che non ha alcun timore reverenziale verso le autorità, politiche o religiose che siano. Si tratta di capi dei sacerdoti, scribi e anziani: oggi potremmo chiamarli teologi, biblisti, “professionisti del sacro”, e capi politici. Ebbene, costoro non credono in niente, né nel Battista, né in Gesù! Danno qui un bell’esempio – credo – del peccato contro lo Spirito Santo: si regolano e decidono in base al loro interesse, alla tutela dei loro privilegi, chiudendosi alla verità. Al quesito di Gesù rispondono: “Non sappiamo” (e qui è nata – dice scherzosamente un noto biblista – la diplomazia vaticana)… Quanto a noi, speriamo di essere tra la gente comune, tra le (disprezzate) persone del popolo, che ascoltavano con meraviglia l’insegnamento di Gesù e “pendevano” da lui e dalle sue labbra, come si diceva nei precedenti versetti.