45 Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46 dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
2 Commenti
Giovanni Nicolini
il 14 Ottobre 2017 alle 07:51
Questa Parola può sembrare strana e anche forse non giusta, perché descrive un atto violento del Signore nei confronti di una tradizione e di una consuetudine legate al culto divino.
Per questo mi sembra dobbiamo coglierla nel suo significato più profondo, dove possiamo e dobbiamo trarre un’ammonizione di grande importanza anche per noi!
Le due citazioni delle Scritture – Isaia 56,7 e Geremia 7,11 – nella loro contrapposizione contengono un insegnamento decisivo!
Ci ricordano infatti che cosa sia la preghiera!
E’ innanzi tutto l’umile consapevolezza di tutti i nostri limiti!
E’ azione di un povero, che tutto domanda e tutto riceve dall’amore del Signore.
Diventa invece un atto negativo quando ritiene e afferma di doversi valutare dalle nostre “crescite” e dai nostri “meriti”.
Allora la preghiera si deteriora in una specie di merito e quindi di diritto!
Siccome per Dio faccio questo e questo, Lui è in certo senso obbligato ad esaudirmi!
Non è più certamente l’azione di un povero, e diventa una crescita di meriti.
Nelle “religioni” la preghiera diventa alla fine un metodo per ottenere quello di cui c’è bisogno.
Per questo sorgono luoghi, formule, tempi, parole, linguaggi, santuari … e addirittura persone, capaci di ottenere quello che si cerca e si vuole!
La preghiera è invece autentica quando è prima di tutto dono della misericordia divina, consegna profonda alla volontà del Signore, desiderio di comunione con Lui che vuole e opera il nostro bene anche quando noi non lo conosciamo o non lo vediamo.
Infine, per tutto questo, la preghiera è ringraziamento, e lode!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Roberto
il 14 Ottobre 2017 alle 17:21
Dopo aver pianto sulla città, Gesù vi entra e la sua prima meta è il tempio: ma il primo atto che compie non è la preghiera, bensì un gesto inaspettato: la cacciata dei venditori di animali e dei cambiavalute, i mercanti che depredavano (“legalmente”) il popolo di Dio. – Ho fatto, personalmente, una riflessione “secondaria” sulle parole citate da Gesù, “La mia casa sarà casa di preghiera”: il tempio di Dio ormai siamo noi; il nostro intimo è il luogo sacro in cui Egli abita. Un luogo di silenzio, di attenzione, di ascolto in cui si verifica l’incontro con il Signore. Questo comporta anche la delicatezza, il rispetto, l’affetto verso ogni persona che ci sta davanti, anch’essa tempio santo di Dio.
Questa Parola può sembrare strana e anche forse non giusta, perché descrive un atto violento del Signore nei confronti di una tradizione e di una consuetudine legate al culto divino.
Per questo mi sembra dobbiamo coglierla nel suo significato più profondo, dove possiamo e dobbiamo trarre un’ammonizione di grande importanza anche per noi!
Le due citazioni delle Scritture – Isaia 56,7 e Geremia 7,11 – nella loro contrapposizione contengono un insegnamento decisivo!
Ci ricordano infatti che cosa sia la preghiera!
E’ innanzi tutto l’umile consapevolezza di tutti i nostri limiti!
E’ azione di un povero, che tutto domanda e tutto riceve dall’amore del Signore.
Diventa invece un atto negativo quando ritiene e afferma di doversi valutare dalle nostre “crescite” e dai nostri “meriti”.
Allora la preghiera si deteriora in una specie di merito e quindi di diritto!
Siccome per Dio faccio questo e questo, Lui è in certo senso obbligato ad esaudirmi!
Non è più certamente l’azione di un povero, e diventa una crescita di meriti.
Nelle “religioni” la preghiera diventa alla fine un metodo per ottenere quello di cui c’è bisogno.
Per questo sorgono luoghi, formule, tempi, parole, linguaggi, santuari … e addirittura persone, capaci di ottenere quello che si cerca e si vuole!
La preghiera è invece autentica quando è prima di tutto dono della misericordia divina, consegna profonda alla volontà del Signore, desiderio di comunione con Lui che vuole e opera il nostro bene anche quando noi non lo conosciamo o non lo vediamo.
Infine, per tutto questo, la preghiera è ringraziamento, e lode!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dopo aver pianto sulla città, Gesù vi entra e la sua prima meta è il tempio: ma il primo atto che compie non è la preghiera, bensì un gesto inaspettato: la cacciata dei venditori di animali e dei cambiavalute, i mercanti che depredavano (“legalmente”) il popolo di Dio. – Ho fatto, personalmente, una riflessione “secondaria” sulle parole citate da Gesù, “La mia casa sarà casa di preghiera”: il tempio di Dio ormai siamo noi; il nostro intimo è il luogo sacro in cui Egli abita. Un luogo di silenzio, di attenzione, di ascolto in cui si verifica l’incontro con il Signore. Questo comporta anche la delicatezza, il rispetto, l’affetto verso ogni persona che ci sta davanti, anch’essa tempio santo di Dio.