67 Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
68 «Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
69 e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
70 come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
71 salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
72 Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
73 del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
74 di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, 75 in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
76 E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
77 per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
78 grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
79 per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
80 Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
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Esplicitamente al ver.67 si dice che il genere letterario del nostro brano di oggi è quello della profezia. Non è forse del tutto giusto parlare di un “genere letterario” per la profezia, ma mi sembra possa esserci utile, per raccogliere in unità queste parole di Zaccaria, che un po’ sono preghiera, un po’ sono memoria storica, ma sono anche parole rivolte al bambino che nascerà (vers.76ss).
Si può forse fare una considerazione di carattere globale su questo testo. Quello che Zaccaria dice sembra descrivere la struttura fondamentale della storia del popolo di Dio, e tale descrizione sembra ampia e insieme generica. Ne traggo la conclusione che il rapporto tra Parola e storia nella fede ebraico-cristiana si coglie in due direzioni. Da una parte la Parola di Dio genera la storia, dall’altra, come qui, la storia “si riconosce” nella Parola. La Parola sembra dare alla storia la rivelazione del suo contenuto più profondo, e in questo modo la storia sembra dare compiemento e rivelazione alla Parola.
Il “miracolo” di questo rapporto Parola-storia fa sì che i tempi siano diversi, e così le circostanze, e quindi anche gli avvenimenti: ma di fatto è sempre lo stesso mistero della comunione tra Dio e il suo popolo quello che sia Israele, sia la Chiesa colgono e proclamano in ogni tempo. Dunque, nella diversità degli eventi, la continuità e la fedeltà di una relazione che si conferma incessantemente.
In particolare Luca sembra avvertire la radicale emergenza di “questi” eventi, nei quali si conclude l’antica economia della preparazione e della profezia, e tutto si adempie nella venuta del Messia. Per esemplificare: questo bambino si inserirà nella grande tradizione della profezia d’Israele, ma è certo che la sua missione, particolarmente sottolineata ai vers.76-79, assumerà in lui una dimensione di pienezza e di evidenza come mai prima era stato.
Concludendo: quello che accade nel presente è quello che è accaduto fin dal principio, fin dai tempi “del giuramento fatto ad Abramo nostro padre”(ver.73). Peraltro nulla è ripetitivo. Non siamo nell’orizzonte del ritmo storico dei “corsi e dei ricorsi”. Tutto è sempre antico e nuovo, perchè la Parola è appunto antica e nuova, e quindi anche la storia che dalla Parola è generata è sempre nuova, pur celebrando incessantemente la stessa Parola di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Vorrei sottolineare la parola “salvezza” che ricorre tre volte nel cantico. “salvezza potente”, “salvezza dai nostri nemici”, “salvezza nella remissione dei peccati”. La salvezza si riferisce al futuro, dopo la morte. Ma non solo. Salvezza è un senso per la nostra vita, qui e ora. Allora capiamo che il senso della nostra vita è la remissione dei peccati. Compare anche la parola “misericordia”. Il senso della vita è la misericordia. Misericordia ricevuta da Dio gratuitamente e misericordia gratuitamente donata. Noi diamo un senso alla nostra vita, se, peccatori perdonati, a nostra volta perdoniamo.