46 Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
50 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
54 Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».
56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Seleziona Pagina
Un brano come quello di oggi ci mostra, nel suo spessore infinito, come tutta la Parola di Dio, ogni Parola di Dio, sia infinita! Meglio rinunciare a dire qualcosa? Non credo, ma penso che non dobbiamo perdere la consapevolezza di quanto siamo piccoli e poveri. Io per primo lo devo ricordare! Per questo mi limiterò a pochissime piccole osservazioni marginali, lasciando ciò che conta alla vostra preghiera.
I vers.46-49 sono la grande lode a Dio da parte di Maria di Nazaret per quello che Egli ha fatto per lei, e per quello che di tali prodigi lei ora è consapevole. Questi versetti fanno dunque memoria dell’opera di Dio nei suoi confronti. Innanzi tutto Egli “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Approfitto di questo versetto per farvi notare che tutta la preghiera della Madonna è un grande mosaico, una grande composizione di parole tratte dalle Scritture antiche. E qui già osserviamo un miracolo: parole antiche per dire cose nuove, nuovissime! E’ il miracolo quotidiano che il Signore pone nella nostra povera vita. Parole lontanissime nel tempo, nello spazio, nella cultura, nella psicologia, nelle condizioni della vita ogni giorno diventano “Parola per noi”, “Parola a noi”, “Nostra Parola”! Non solo parole “adatte” a ciò che stiamo vivendo, ma anche e soprattutto parole che bruciano nelle nostre menti e nei nostri cuori per come gridano in modo esigente l’urgenza della nostra conversione e quindi tutta la tensione del nostro futuro! A proposito dell’ “umiltà” della serva, abbiamo spesso osservato che attenendosi strettamente alla versione latina l’italiano sembra presentare soprattutto la “virtù” dell’umiltà della serva. Il termine sembra orientare in modo molto forte – senza escludere anche l’aspetto virtuoso – sulla condizione “umiliata”, piccola e povera della persona e della vita di Maria.
In questo orizzonte modesto e umile Dio ha compiuto “grandi cose”. Per questo le future generazioni la “chiameranno beata”. E’ bello pensare che tutte le beatitudini, sia quelle di Matteo 5, sia quelle di Luca 6, si raccolgano nella “beatitudine” che ben descrive la persona e l’esistenza della Madre di Dio.
Il ver.50 ci offre una considerazione globale circa l’azione di Dio nella storia, e cioè la sua opera di misericordia verso coloro che sono “timorati di Dio”. Dote principalissima per il credente e il giusto, il timor di Dio è la consapevolezza profonda e l’esperienza incessante di una vita vissuta sempre al cospetto di Dio, vissuta come celebrazione di questa presenza, e quindi non paura che suggerisce la fuga, ma preziosità di ogni frammento di un’esistenza visitata dalla presenza del Signore.
Dal ver.49 sino alla fine del cantico Maria fa una grande memoria-meditazione su questa azione di Dio nella storia del popolo, in ogni suo figlio e nella vicenda globale dei figli di Israele. In essa Maria coglie il radicale “capovolgimento” delle categorie e delle vicende che caratterizzano l’esistenza del mondo. Questa è la gloria di Israele, la gloria del popolo di Dio di tutti i tempi. Quello che il popolo della Prima Alleanza ha vissuto e celebrato come preparazione e profezia, si è pienamente compiuto in una Persona, Gesù, il Figlio di Dio, Gesù Cristo. E ora si continua e si celebra nella vita della Chiesa, ed è annunciato-svelato come segreto e salvezza di tutte le nazioni.
Il cantico della Madonna deve diventare sempre più la grande preghiera che al termine di ogni giornata descrive il volto profondo della nostra vita personale e comune.
“l’anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta in Dio mio salvatore, perchè ha guardato l’umiltà della sua serva… grandi cose ha fatto in me l’onnipotente…” Maria era contentissima di quello che le era successo, di quello che il Signore aveva fatto e faceva in lei, una gioia intima, profonda, che sfocia nel canto di lode!
v 49: Signore, aiutaci a riconoscere le “grandi cose” che avvengono nella nostra vita, anche con l’opera nostra. Ma non sono fatte da noi, sono compiute da Te in noi, per mezzo di noi. Noi vogliamo “realizzarci”, Signore. Ma saremo beati, se diventiamo consapevoli che la nostra vita si realizza aprendosi al tuo dono, alla Tua misericordia; se, con il nostro sì, Ti facciamo entrare nel mondo e nella storia. Ti sei voluto consegnare alla nostra libertà, alla nostra accoglienza, alla nostra responsabilità.
che bello aver gustato questi brani e poi celebrarli nella liturgia…
maria fa uscire allo scoperto elisabetta; la chiesa rivela l’umanità più autentica e… nasce la gioia del mondo nuovo che il magnificat canta in maniera sublime… dio spiega giorno per giorno la forza del suo braccio!!! ci si perde in questo mare di gioia anticipata nel chiaroscuro della storia