5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7 e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8 vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

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Mi è sempre piaciuta molto questa “parabolina” che il solo Luca ricorda. E mi piace sempre di più! Mi piace questo “mondo” dei tre amici, dove io, come, credo, ogni ascoltatore di questa Parola, sono quello “in mezzo” tra un amico cui si vuole poter offrire qualcosa, e l’ “Altro”, amico essenziale per risolvere il problema della mia indigenza e del mio desiderio di accogliere il mio amico in viaggio e il suo bisogno di ricevere un sostentamento.
Giustamente le note delle bibbie collegano questa parabola con quella che incontreremo, se Dio vorrà, in Luca 18,2-8: una parabola sulla preghiera, dunque. Ma è bellissimo poter cogliere l’orizzonte di questa “preghiera”! Appunto, l’orizzonte dell’amicizia. Chi a mezzanotte è in viaggio sa dove andare: dal suo amico. Questo amico che non avrebbe niente da offrirgli sa dove andare: dall’amico “importante”, che sicuramente ha da prestargli i tre pani necessari per accogliere e sostentare l’altro.
Ed è straordinaria l’immagine dell’Amico, che è Dio(!), a letto con i suoi bambini e che non vuole essere disturbato! Coraggio, bisogna insistere…e alla fine cederà! Magari brontolando, ma almeno per liberarsi dell’amico scocciatore…cederà! E’ meraviglioso che questa “amicizia” sia dunque il grande protagonista dell’episodio. Sia il dato di fatto e il segreto di potenza per me che sono un poveretto e non ho niente da dare, e per l’altro amico al quale non posso non dare niente.
Dobbiamo pensare qualcosa anche dei “bambini” che sono a letto con Lui? Forse sono i più piccoli e i più poveri, e quindi sono forse i prediletti. Bisogna tenerne conto! Rispetto a loro noi non meriteremmo e non potremmo pretendere l’attenzione e l’offerta dell’Amico che dorme con loro. La nostra forza sta proprio nella nostra “povertà”. Non saremo come quei bambini piccoli e prediletti, ma in fondo siamo dei poveretti anche noi. E siamo in ogni modo collocati in quella ricca relazione di amicizie che è troppo impegnativa per i nostri grandi limiti. Che bello essere amici e volersi bene!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.