45Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». 46Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Luca distingue le parole rivolte da Gesù ai farisei da quelle che oggi dice ai dottori della legge. Questi hanno una responsabilità diretta nei confronti della gente e delle disposizioni stabilite nei loro confronti. Tre mi sembrano i rimproveri di Gesù nei loro confronti: il peso insopportabile di norme non sancite da Dio ma da loro; la persecuzione nei confronti dei profeti e degli apostoli; l’aver portato via la chiave della conoscenza. Prendete con cautela quello che scrivo di seguito, perché sono inevitabilmente molto condizionato dalle vicende del nostro tempo, e in questi giorni particolarmente dalla testimonianza cristiana di Carlo Maria Martini.
Che cosa sono i “pesi insopportabili” di cui si dice al ver.46? Forse si tratta di disposizioni non contenute nella Parola di Dio. Oppure di norme divine che sono imposte in modo da non essere più parola di salvezza, ma giogo insopportabile. Non oso esemplificare, e penso che ognuno di noi potrà individuare questo grave problema. Possiamo per esempio pensare al comandamento di santificare le feste, e a tutte le “precisazioni” che su questo sono state aggiunte. E come può dire che questi dottori della legge non portano gli stessi pesi che impongono? Pensiamo a certe norme di obbedienza date ai figli, o ai subalterni…
L’accusa nei confronti del comportamento verso i profeti si deve cogliere proprio nella differenza, nello “strappo” tra la loro uccisione quando parlano, e la “memoria” che di loro si costruisce dopo averli uccisi. Qui ci troviamo davanti ad un problema fondamentale! La Parola Dio la dice sempre “nella storia”! Il profeta è mandato sempre in una certa condizione della storia, e lì deve portare la Parola del Signore: allora lo si rifiuta, salvo poi farne il monumento quando lo si è “sistemato” fuori dalla storia in cui egli ha parlato e agito. Un profeta del nostro tempo che a questo proposito ho molto in mente è don Lorenzo Milani. Chi adesso ne parla male? Vogliono persino farlo santo! La potenza viva della Parola proclamata e testimoniata nella storia viene sostituita da una “dottrina” fuori dalla storia, e, si dice, “non negoziabile”, mentre la Parola di Dio tiene sempre direttamente conto della storia nella quale viene detta e ascoltata. Così i vers.47-51. E Gesù dice che del rifiuto di tutti i profeti viene chiesto conto a “questa generazione”: è infatti la “generazione di Gesù”, e in Gesù si raccoglie e si presenta tutta la profezia che lo ha annunciato, da Abele fino a Zaccaria, cioè dalla prima all’ultima delle profezie donate da Dio e rifiutate dagli uomini.
Portare via “la chiave della conoscenza” è il rifiutare o il non aiutare l’ingresso di tutti nella Parola, sostituendolo con una mediazione che appesantisce e devia. Invece la Parola è detta per ciascuno e per tutti, ed è donata da Dio a ciascuno e a tutti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Attorno a una mensa si può parlare liberamente, e il dottore della Legge esprime il suo risentimento per le parole del “Maestro”. Gesù spiega il suo pensiero con chiarezza e forza. Quel “guai” però, che rivolge a tutta la categoria, non esprime tanto una minaccia o una condanna, quanto piuttoso un lamento funebre per chi autodistrugge la propria vita e rovina quella degli altri (così spiega p. Alberto). – Una piccola conferma per chi non ha tempo di cercare nelle note: quel Zaccaria ucciso tra l’altare e il santuario (v.51) non è, ovviamente, l’autore del libro omonimo; fu lapidato secoli prima per volontà del re Ioas “nel cortile del tempio del Signore” (2 Cron 24,21). – E “la chiave della conoscenza”? Secondo la TOB è la via di accesso al Regno; secondo altri è la conoscenza delle Scritture, senza interpretazioni devianti (e così mi pare che dica anche don Giovanni).