27 Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28 Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
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Il ver.27 del nostro brano ci invita a ritornare per un momento sui versetti precedenti, nei quali abbiamo ammirato come Gesù non ci lasci soli nel dramma inevitabile del nostro rapporto con il mistero del Male: Egli è con noi e combatte per noi ed è Lui che dal Male ci libera. Chi dal Male è oppresso e del male si sente prigioniero ha trovato in quelle parole una grandissima consolazione, a capisce bene il grido di ammirazione di quella donna, che resta sconosciuta e senza nome, ma che così efficacemente ci rappresenta. Alza la voce vincendo ogni altro rumore e quindi la sua esclamazione arriva chiara a Gesù.
Mi piace considerare con grande attenzione questo grido. E’ un ricordo e una celebrazione di grande bellezza della vicenda della Madre di Dio! Quello che Gesù risponderà non è un’obiezione a questa frase della donna, ma una sua meravigliosa dilatazione! Come si è compiuto infatti il prodigio e il mistero della nascita di Gesù, se non proprio come un ascolto attento e appassionato della Parola di Dio portata dall’Angelo di Nazaret? E non è forse pienezza di “osservanza” della Parola l’ultima frase di Maria nel testo dell’Annunciazione?: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”(Lc.1,38). Con la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore, l’evento di Nazaret diventa il paradigma della fede cristiana. Ci troviamo quindi, oggi, in un passaggio fondamentale della rivelazione ebraico-cristiana, che collega strettamente l’atto di fede con il mistero della maternità! Questi sono i dati privilegiati del “femminile di Dio” nella fede ebraico-cristiana!
Perciò mi sembra che il termine “piuttosto” del ver.28 non debba essere colto come una negazione, ma come un ampliamento di significato. L’evento unico e straordinario di Nazaret diventa descrizione profonda dell’ascolto della Parola e della fecondità di tale ascolto. Il termine “beato” detto dalla donna dalla folla e ripreso da Gesù nella sua risposta conferma che, come è stato evento di grazia, puro dono di Dio, l’incarnazione del Verbo di Dio, così la fede di ogni donna e di ogni uomo della terra è il “farsi carne” del Verbo di Dio nella persona e nella vita di chi, appunto per dono di Dio, ascolta e custodisce (che forse è traduzione migliore dell’ “osservano” proposto dalla traduzione italiana) la Parola di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nel caso ci fosse ancora qualche dubbio oggi il Signore ci dice che sono ‘beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la osservano’..la custodiscono.
Mi è sembrato oggi che l’ascolto della Parola ci permette una relazione profondissima e intima con il Signore,perfino come averlo in grembo!
Ogni giorno,per tutto il giorno,è come se avessimo il dono,con questo ascolto custodente, di godere di questa beatitudine,simile per certi aspetti a quella di Maria.
Mi accorgo rileggendo che ho scritto di cose ampiamente più grandi della mia comprensione.
Mi ha colpito oggi anche la vicenda del ‘beato’ Carlo Maria..