1,1 Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3 così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4 perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
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Buon Viaggio a chiunque oggi si mette nel cammino del Vangelo secondo Luca. Aiutiamoci con l’affetto e la preghiera. Capiteranno i giorni della fatica, dell’aridità e della non voglia. Ci saranno giorni nei quali penseremo di aver perso il contatto. Niente di grave: è sempre stato così. L’amore e la fede di sorelle e fratelli hanno operato anche per noi. Qualcuno si è fermato ad aspettarci. Il cammino si è potuto sempre riprenderlo. Un abbraccio speciale a chi per la prima volta provasse a camminare ogni giorno nella Parola del Signore.
Ci consenta il caro Luca di osservare che le parole che aprono il suo Vangelo sono piuttosto singolari. Si tratta di termini tutti molto rari, spesso usati solo qui in tutto il Nuovo Testamento. Il periodare è elegante ma anche intricato. L’indirizzo a questo Teofilo resta misterioso, anche se io mi permetto di suggerire ad ogni ascoltatore del Vangelo di assumere questo nome come suo secondo nome. In tal modo lo riceverà come un gentile complimento dell’evangelista che indirizza la sua memoria ad ogni “amante di Dio”, perchè questo è il significato del nome Teofilo.
E’ molto interessante l’annotazione sul lavoro fatto. Ci sono avvenimenti successi tra noi. E ci sono molti che questi avvenimenti li hanno raccontati, sistemandoli secondo criteri ritenuti i più opportuni. Questi fatti dunque sono già stati messi per iscritto da molti. La loro fonte, dice il ver.2, sono le memorie trasmesse da coloro che di questi fatti sono stati testimoni oculari, e che per questo si sono fatti “operai della parola”. Si tratta, come sappiamo, della essenziale testimonianza resa dal gruppo degli Apostoli.
Luca ha preso la decisione di impegnarsi anche lui in quest’opera di ricerca e di sistemazione dei fatti, avendo come scopo quello di scriverli per Teofilo. Questo Teofilo peraltro non ignora tali avvenimenti. Anzi ne è stato accuratamente informato e istruito. Il Vangelo che Luca scriverà per lui, non avrà dunque lo scopo di introdurlo nella notizia di fatti a lui sconosciuti, ma piuttosto di dargli ulteriore conferma della solidità di quanto ha appreso. Si tratterà quindi di cose antiche e cose nuove. Antiche perché confermeranno notizie e convincimenti già presenti nella mente e nel cuore di Teofilo. Nuove perché confermeranno i suoi convincimenti con elementi del tutto nuovi rispetto alle precedenti acquisizioni.
Da tutto questo, noi, oggi, possiamo trarre qualche conseguenza. A partire dall’ “appropriazione” del nome di Teofilo, anche noi, “Amanti di Dio”, abbiamo avuto, chi più chi meno, la grazia di una vita visitata dalla memoria evangelica. Lo stesso Vangelo secondo Luca, forse, diversi di noi non lo ascoltano per la prima volta. Eppure – e questo è l’augurio e soprattutto la preghiera che facciamo l’uno per l’altro – si compirà per ciascuno di noi e per noi tutti insieme, il miracolo della sorprendente, perenne novità luminosa delle Parole che attraverso Luca il Signore ci regalerà giorno per giorno.
Ma aggiungiamo un’ulteriore ipotesi! E cioè il pensiero che ascoltando e pregando questa Parola, anche noi, in certo senso, non solo, come Teofilo, riceveremo la luminosa memoria evangelica di Luca, ma, come Luca, anche noi, in certo modo, scriveremo il “nostro” Vangelo. E questo per il prodigio che sempre la Parola opera nel cuore e nella vita di chi l’ascolta nella fede e la celebra nella sua persona: e cioè che questa Parola, antica e nuova, ha luce, bellezza, gusto e gioiosità, particolare e irripetibile in ogni persona.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi piace l’audacia di Luca. L’impresa è unica e impossibile, altro che studiare arabo! Tanto più che molti avevano già messo mano a stendere racconti. C’erano stati i testimoni diretti… Eppure anche Luca si mette di buon impegno a a indagare, a ordinare, a scrivere. E di questo lavoro non ha goduto solo Teofilo, ma tutti quelli che nei secoli hanno letto il Vangelo, fino a me oggi! La specialità dell’impresa viene dall’unicità dell’avvenimento da raccontare: “tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno che fu profeta potente in parole e opere davanti a Dio e a tutto il popolo” diranno alla fine del vangelo i discepoli di Emmaus, completamente confusi.
Ma il bello è proprio che davanti all’unicità della storia di Gesù e all’unicità dei 4 vangeli, ci siamo noi, teofili tremebondi, con le nostre povere vite! Se non fossero uniche non sarebbero così affascinanti. Se non fossero eterne non ci darebbero la gioia di ascoltarle e di viverle. Se non fossero feconde non vivremmo di esse.
beh che dire… se luca ha scritto dopo che altri avevano sentito gli apostoli e scritto
beh allora anche noi!!! la conoscenza personale del rabbì di nazareth non è più tesoro degli apostoli, ma anche di luca, di papa benedetto, di me!!! che bella solidità che luca oggi mi ha dato: son passati 2000 anni e più eppure posso incontrarlo, parlarci…
– francesco, piacere
– piacere, gesù…
Luca non è un testimone oculare; è tra quelli che, credendo ad essi, è entrato nella beatitudine “beati quelli che non avendo visto crederanno”. Col suo Vangelo invita anche Teofilo e tutti noi a entrare nella stessa beatitudine. Gli avvenimenti successi tra noi: si può intendere in senso lato, tra noi tutti; perchè il Verbo si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi; cioè tra noi uomini.
Ci si può domandare: se molti avevano già scritto di questi avvenimenti, perchè anche a luca pare bene? Forse perchè non genericamente scrive, ma scrive a; a Teofilo e a tutti noi. Il Vangelo non è solo parola scritta; m a parola scritta a me e per me.
Teofilo è già stato catechizzato. Ma è fondamentale che conosca pienamente la solidità degli insegnamenti ricevuti; che possa con convinzione dire il suo amen. Quello che l’anno scorso è stato in un certo senso la fine del cammino nel Vangelo di Giovanni: “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e gli ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”, lo incontriamo ora nel Vangelo di Luca come motivo e speranza che ci induce a cominciare il
cammino.