21 In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22 Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23 E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24 Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
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Gesù, che nei versetti precedenti ha accolto e commentato la gioia dei discepoli ritornati dalla loro missione, e ha fondato tale gioia al livello più profondo – l’elezione divina e i nomi scritti nel libro della vita – ora Lui stesso gioisce: “esultò di gioia nello Spirito Santo”. E fa questo, interpretando e universalizzando la gioia dei discepoli che riconosce e proclama come quei “piccoli” ai quali Dio rivela il suo mistero di salvezza. La fede, la rivelazione, la salvezza, la vita nuova…tutto è grazia! Tutto è dono! La comunione con Dio non è frutto di percorsi intellettuali, sapienziali, etici…, ma, appunto, pura grazia! Per questo Gesù arriva ad affermare che tali cose Dio le ha nascoste ai sapienti e ai dotti, per rivelarle ai piccoli, a quelli cioè che non hanno nessuna “dote”, nè capacità, né possibilità di raggiungere questi apici della verità e della sapienza di Dio. Mi permetto di aggiungere che questo non esclude i sapienti e i dotti da tale dono, ma stabilisce che solo se e come “piccoli” anche loro potranno ricevere il dono. Oggi possiamo cogliere questo elemento fondamentale della fede cristiana, ripercorrendo le persone e gli eventi che abbiamo incontrato in tutta questa prima parte del Vangelo secondo Luca!
Ed è mirabile la conseguenza che subito Gesù ne trae! Se è così, se il Vangelo è donato ai piccoli, veramente Egli può dire che “tutto è stato dato a me dal Padre mio, e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre. Né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”(ver.22). Nessuno tra i piccoli è più piccolo di Gesù! Per questo Egli può dire che “tutto è stato dato a me dal Padre mio”. La piccolezza di Gesù è il cuore e il segreto della sua assoluta e unica comunione con il Padre.
In un clima di grande intimità, ai vers.23-24, Gesù esalta la condizione dei suoi piccoli discepoli, proclamando la loro beatitudine: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”. E sono gli occhi di tutti coloro che, come questi discepoli, riceveranno il dono riservato ai piccoli. Ora essi vedono quello che nella storia della salvezza “molti profeti e re hanno voluto vedere e ascoltare”, ma non l’hanno visto e ascoltato, perché questo era riservato e preparato per il popolo messianico, che è veramente un popolo di piccoli e di poveri.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Nessuno sa chi è il Padre se non il Figlio…” E com’è allora questo Padre che Gesù ci ha fatto conoscere? Non è tanto quello dei grandi attributi che la filosofia e la teologia ci descrivono; gli attributi che Gesù ci ha rivelato sono quelli della piccolezza, della povertà, di un Dio che serve, che ama “da morire”… Ti rendiamo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, per quello che ci hai fatto conoscere di te in Gesù…