17 I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
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Solo l’evangelista Luca ricorda in termini precisi questo dialogo tra Gesù e i settantadue che Egli ha mandato a portare il suo Vangelo. La “gioia” è il sentimento che domina il nostro testo, e quindi l’insegnamento sapienziale del Signore circa i motivi più profondi della gioia cristiana. “Pieni di gioia”(ver.17) tornano i discepoli, e ancora di gioia si parla al ver.20 con il verbo reso in italiano con “rallegratevi”.
I discepoli sono pieni di gioia per quello che essi hanno sperimentato non come potenza loro, ma come frutto della missione loro affidata da Gesù: “.. anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. E Gesù non solo conferma, ma ulteriormente esalta l’evento dicendo di aver visto “Satana cadere dal cielo come una folgore”. E, al ver.19, aggiunge una nuova assicurazione sul potere dato loro: “…nulla potrà danneggiarvi”.
A questo punto però Egli dà un orientamento al loro pensiero e al loro sentimento che costituisce una nota essenziale della vita cristiana: l’elezione divina! Mi permetto di suggerirvi di tornare ancora e sempre al testo fondamentale dell’annunciazione a Maria in Luca 1,26-38. Tutto parte sempre dal dono di Dio. Maria, con il suo essere chiamata “piena di grazia”, è veramente la madre e il segno supremo dell’elezione divina, che i padri ebrei hanno custodito nel loro cammino di preparazione e di profezia verso il Messia del Signore, e che ora conferma e porta a pienezza il senso e il mistero di ogni vita umana visitata dall’annuncio evangelico. ”Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” ascoltiamo oggi al ver.20, e in questo vediamo la fecondità e la conferma della Parola dell’Angelo a Nazaret: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” al ver.20 del nostro brano. Questo è il punto fondamentale della nostra vita: l’elezione d’amore, il dono della vita di fede. In questa vita ci sono mansioni, compiti, doni ulteriori, peccati nostri, pentimenti….Ma tutto è dentro al dono di Dio. Tutto ne è lo svolgimento e il compimento. Questo dono universale è quello che porta la Chiesa a pensarsi non più e non tanto in senso “piramidale” – Dio, Cristo, Madonna, Papa, Vescovi, Preti, Frati, Suore, semplici poveri fedeli… – ma come popolo, come assemblea, come unica grande famiglia dei figli di Dio, dove, a partire dalla grazia che ci accomuna, vi sono doni e ministeri diversi. Rallegriamoci di questo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Vedo qui un movimento contrapposto: Satana e le forze del male che scendono dal cielo, e i discepoli di Gesù che vi salgono. I cieli sono un simbolo della condizione divina (“Padre nostro che sei nei cieli…”). Se i nostri nomi sono scritti nei cieli, vuol dire che siamo stati introdotti nella condizione divina: viviamo già della condizione divina. Possiamo vivere “da Dio”, come suggeriva don Giovanni nell’omelia di domenica scorsa.