7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. 8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. 9 Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. 10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Seleziona Pagina
Con il ricco fu il suo tumulo. Il corpo di Gesù fu posto nel loculo di Giuseppe di Arimatea che era ricco. Isaia dice questo 6 secoli prima
COMMENTO Famiglie della Visitazione Is 53,1-10
Il ver.1 ci introduce nel nostro brano con due “domande retoriche”: l’impossibilità che l’annuncio di salvezza venga accolto e dunque l’inutilità che questo annuncio dell’opera del Signore sia dato!
Ma tale impedimento è dovuto alla divina meraviglia dell’evento che si è compiuto!
Tutto infatti è stato compiuto da Dio secondo un criterio e un segno non di potenza ma di debolezza! Non con l’affermazione di una potenza, ma con un evento di passione e di morte, che “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere”!! (ver.2).
Il ver.3 ce ne dà conferma: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”!
Però sono parole che mi trascinano al Signore della Passione e della Croce!
E infatti il ver.4 comincia a donarci questa luce: “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato”!!
Ormai è piena di luce questa sublime profezia della Pasqua di Gesù!!
La Parola di Dio non solo compie il miracolo, ma “è il miracolo”!
E donandoci il miracolo della profezia di Isaia, il Signore oggi ci regala la profezia della nostra stessa morte che è la morte di Gesù nella nostra stessa morte.
E io penso ad ogni morte: da quella terribile e sublime dei nostri fratelli ebrei nell’orrore nazista, alla morte della mia e della tua mamma, fino alla Pasqua luminosa di quel povero vecchietto che oggi il Signore chiama dalla sua umile vita terrena per portarlo alla luce gloriosa della Pasqua del Signore Gesù!
Isaia ci porta persino al particolare della tomba dei ricchi (ver.9) che ci conduce alla tomba di Giuseppe d’Arimatea che vi depone il corpo del Signore!
Per questo anche noi (!!) siamo coinvolti e illuminati da questa Parola che riscatta la nostra stessa morte in “sacrificio di riparazione” (ver.10) e compimento della volontà del Signore che vuole portarci, attraverso la passione e la morte, fino alla gloria della risurrezione!
Prega per noi e di noi e per noi abbi pazienza.
Giovanni e Francesco.