Lo1 A terra è Bel, rovesciato è Nebo; i loro idoli sono per animali e bestie, caricati come fardelli, un peso su un animale affaticato. 2 Sono rovesciati, sono a terra tutti, non hanno potuto salvare chi li portava ed essi stessi se ne vanno in schiavitù. 3 Ascoltatemi, casa di Giacobbe, tutto il resto della casa d’Israele; voi, portati da me fin dal seno materno, sorretti fin dal grembo. 4 Fino alla vostra vecchiaia io sarò sempre lo stesso, io vi porterò fino alla canizie. Come ho già fatto, così io vi sosterrò, vi porterò e vi salverò. 5 A chi mi paragonate e mi assimilate? A chi mi confrontate, quasi fossimo simili? 6 Traggono l’oro dal sacchetto e pesano l’argento con la bilancia; pagano un orefice perché faccia un dio, che poi venerano e adorano. 7 Lo sollevano sulle spalle e lo portano, poi lo ripongono sulla sua base e sta fermo: non si muove più dal suo posto. Ognuno lo invoca, ma non risponde; non libera nessuno dalla sua afflizione. 8 Ricordatevelo e agite da uomini; rifletteteci, o prevaricatori. 9 Ricordatevi i fatti del tempo antico, perché io sono Dio, non ce n’è altri. Sono Dio, nulla è uguale a me. 10 Io dal principio annuncio la fine e, molto prima, quanto non è stato ancora compiuto; sono colui che dice: «Il mio progetto resta valido, io compirò ogni mia volontà!». 11 Sono colui che chiama dall’oriente l’uccello da preda, da una terra lontana l’uomo del suo progetto. Così ho parlato e così avverrà; l’ho progettato, così farò. 12 Ascoltatemi, ostinati di cuore, che siete lontani dalla giustizia. 13 Faccio avvicinare la mia giustizia: non è lontana; la mia salvezza non tarderà. Io porrò in Sion la salvezza, a Israele darò la mia gloria.
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COMMENTO DI GIOVANNI E FRANCESCO a Isaia 45,18-46,13
Dalla seconda parte del capitolo 45, dai ver. 18-25 riceviamo una notizia di importanza decisiva, sia per l’antichità sia per il nostro tempo e per tutti i tempi: la creazione non é fine a se stessa, ma la creatura umana ne é il fine e la sostanza: “Dio ha plasmato e fatto la terra … perché fosse abitata”. Sì tratta dell’intera umanità, dei “superstiti delle Nazioni” (ver. 20). Questo lo si può sapere solo con la fede. “Non comprendono quelli che portano un loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare”. E questo lo sa solo il popolo del Signore. Solo convertendosi al Signore l’intera umanità potrà capirlo: Si dirà che “solo nel Signore si trovano giustizia e potenza” (ver. 24)
Il cap. 46 approfondisce il tema dell’idolatria, che é il peggiore avversario di ogni parola profetica; la profezia, infatti, é possibile solo in un orizzonte di fede, che riceve solo da Dio ogni rivelazione e ogni indicazione per il credente.
I ver. 1 e 2 annunciano e proclamano la distruzione e la fine di ogni idolo.
I figli d’Israele sono portati e sorretti da Dio “fin dal grembo” (ver. 3) e “fino alla vecchiaia” e “fino alla canizie” (ver. 4).
All’opposto l’idolatria é questione di denaro e di adorazione di ciò che si paga! L’idolo é inanimato e muto, incapace di liberare (vers. 7 e 8). Il credente, invece, vive sempre nella memoria e nel pensiero dell’opera di Dio,
I vers. 12-13 invitano tutti alla conversione e alla salvezza.
Dio vi benedica e voi bene diteci. Gv e F