14 Così dice il Signore, vostro redentore, il Santo d’Israele: «Per amore vostro l’ho mandato contro Babilonia e farò cadere tutte le loro spranghe, e, quanto ai Caldei, muterò i loro clamori in lutto. 15 Io sono il Signore, il vostro Santo, il creatore d’Israele, il vostro re». 16 Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, 17 che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: 18 «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! 19 Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. 20 Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. 21 Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.
Isaia 43,14-21

Lectio di sabato 18 e lunedì 20 gennaio.
Is 43, 9-21
Commento di Francesco e Giovanni.
Nel testo di sabato emerge prima di tutto il carattere universalistico della Parola di Dio offertaci da Isaia, rivolta a tutti gli uomini: “Si radunino insieme tutti i popoli e si raccolgano le nazioni” (ver. 9).
Subito dopo però l’accento è sul ruolo decisivo del popolo d’Israele e sul Servo, il suo Messia, proprio in ordine all’annuncio di questa parola universale: “Voi siete i miei testimoni – oracolo del Signore – e il mio servo, che io mi sono scelto” (ver. 10, che richiama tanto la parola evangelica “Di questo voi siete testimoni” del Risorto agli Undici in Lc 24,48).
Il contenuto del messaggio è l’unicità del Dio d’Israele: “Io, io sono il Signore, fuori di me non c’è salvatore” (ver. 11), “non c’era tra voi alcun dio straniero” e “io sono Dio, sempre il medesimo dall’eternità” (ver. 12-13).
Nel testo di lunedì, da una parte si ricorda la vicenda pasquale dell’Esodo dei figli d’Israele: “aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, 17 che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno” (ver. 16-17), dall’altra si fa presente che Dio sta per compiere un’opera di salvezza più grande ancora: non più l’uscita dall’Egitto, ma il ritorno a casa degli esiliati: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada” (ver. 18-19). Il fine di tutto è la lode al Signore: “Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi” (ver. 21).
Dio vi benedica e voi benediteci. F e Gv