1 Guai a quanti scendono in Egitto per cercare aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo d’Israele e senza cercare il Signore. 2 Eppure anch’egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l’aiuto dei malfattori. 3 L’Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato, tutti insieme periranno. 4 Poiché così mi ha parlato il Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. 5 Come uccelli che volano, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà ed essa sarà salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata». 6 Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. 7 In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d’argento e i suoi idoli d’oro, lavoro delle vostre mani peccatrici. 8 Cadrà l’Assiria sotto una spada che non è umana; una spada non umana la divorerà. Se essa sfugge alla spada, i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù. 9 Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un’insegna. Oracolo del Signore che ha un fuoco a Sion e una fornace a Gerusalemme.
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Il primo versetto ci dà la chiave per accogliere e comprendere il messaggio odierno: è infruttuoso riporre fiducia e speranza nei cavalli e nella cavalleria; l’Egiziano – si spiega poco dopo – è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito: come potranno salvare? La via d’uscita sta nel “guardare al Santo d’Israele e … cercare il Signore”. Per noi, è una prospettiva affascinante: una vita alla ricerca del Signore, a volgere lo sguardo al suo volto! Gesù ci ha garantito che Egli è un Padre che ha cura di noi fin nei piccoli particolari: possiamo affidarci a Lui e fidarci di Lui. – Ancora a Gesù va il nostro pensiero quando, al v.4, leggiamo del leone che ruggisce, ma che è circondato da tutta la schiera minacciosa dei pastori: quasi un preannuncio della turba minacciosa nell’Orto degli ulivi e nelle varie fasi della Passione. Ma il leone “non teme le loro grida” perché “scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion”. Attraverso l’umiliazione e l’ingiusta sofferenza, il Servo del Signore conseguirà la vittoria. Con un’altra bella immagine si afferma che il Signore proteggerà Gerusalemme “come uccelli che volano” a difendere il loro nido e i loro piccoli (v.5).
La ricerca di queste cattive “alleanze” è la prova che non si cerca il Signore che è il vero protettore del suo popolo!
E sono il segno evidente che si confida sui carri e sui cavalli “senza guardare al Santo d’Israele e senza cercare il Signore”(ver.1)!
Ma tali alleanze con i poteri e le potenze del mondo sono deboli appunto perché mondane e quindi dominate dalla logica del mondo!
Ma “l’Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito”, malgrado tutte le idolatriche divinizzazioni di ciò che non è Dio!
La mano stesa del Signore farà perire sia chi porta aiuto sia chi è aiutato: “tutti insieme periranno”! (ver.3).
La potenza del Signore richiama invece la superiorità assoluta del leone che non teme né la schiera dei pastori che tenta di respingerlo, né le loro grida!
Dunque, anche ora il Signore proteggerà e salverà Gerusalemme, ed essa sarà liberata! (ver5).
Allora, Israele ritorni al suo Signore al quale si era ribellata! (ver.6).
Allora ognuno nel popolo rigetterà tutti gli idoli che si è fatto (ver.7).
Allora il grande nemico, l’Assiria, cadrà, abbattuta e divorata non da spada umana ma dalla spada della potenza di Dio stesso!
Chi tra i nemici sfuggirà alla spada, cadrà nella schiavitù! (ver.8).
Il nemico precipiterà in uno spavento e in una paura straordinaria (ver.9)!
Tale potenza Dio la tiene a Sion! A Gerusalemme!
Dio ti benedica. Anche noi ti benediciamo nel suo nome, come tu pure ci benedici! Giovanni e Francesco.