27 Ecco il nome del Signore venire da lontano, ardente è la sua ira e gravoso il suo divampare; le sue labbra traboccano sdegno, la sua lingua è come un fuoco divorante. 28 Il suo soffio è come un torrente che straripa, che giunge fino al collo, per vagliare i popoli con il vaglio distruttore e per mettere alle mascelle dei popoli una briglia che porta a rovina. 29 Voi innalzerete il vostro canto come nella notte in cui si celebra una festa; avrete la gioia nel cuore come chi parte al suono del flauto, per recarsi al monte del Signore, alla roccia d’Israele. 30 Il Signore farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce il suo braccio con ira ardente, in mezzo a un fuoco divorante, tra nembi, tempesta e grandine furiosa. 31 Poiché alla voce del Signore tremerà l’Assiria, quando il Signore percuoterà con la verga. 32 Ogni colpo del bastone punitivo, che il Signore le farà piombare addosso, sarà accompagnato con tamburelli e cetre. Egli combatterà contro di essa con battaglie tumultuose. 33 Il Tofet, infatti, è preparato da tempo: esso è pronto anche per il re. Profondo e largo è il rogo, fuoco e legna abbondano. Lo accenderà, come torrente di zolfo, il soffio del Signore.
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Mi sembra importante accogliere con cuore aperto questa Parola severa e insieme positiva!
La distruzione del nemico non è mai fine a se stessa, ma è sempre principio e fonte di una situazione nuova!
Il contrasto violento tra i vers.27-28 e il ver.29 deve essere accolto come grande profezia della Pasqua di Gesù!
E’ profezia di morte e risurrezione!
Nell’amore di Dio per il suo popolo è profetizzato l’amore divino per tutti i popoli.
Ed è anche profezia della salvezza per la quale nella nostra persona e nella vicenda della nostra vita Dio distrugge il male e la morte per far risorgere in ciascuno e in tutti la vita nuova in Lui!
Così la violenza dei vers.27-28 genera l’esultanza festosa del ver.29, dove il canto notturno che celebra la festa è il canto pasquale che celebra la morte della morte e la vita nuova!
E’ Pasqua!
E’ la “gioia nel cuore” della festa di Pasqua!
Il ver.30 conferma tutto questo! “Alla voce del Signore tremerà l’Assiria” che dovrà “morire” dalla sua vecchia e funesta condizione per risorgere alla nuova vita dei figli di Dio!
“La voce del Signore” che colpisce è accompagnata da “tamburelli e cetre” della festa pasquale della morte della morte e della risurrezione alla vita nuova dei figli di Dio!
Così anche oggi ci stiamo preparando alla festa pasquale della salvezza nostra e dii tutto il mondo. Di tutta la creazione e di tutta la storia.
Dio ti benedica. E tu prega per noi.
Francesco e Giovanni.
Anche il linguaggio dell’ira è impressionante: “il nome del Signore”, cioè lui stesso in persona, sopraggiunge, ardente d’ira; dalle sue labbra trabocca lo sdegno; la sua lingua è come un fuoco divorante… Quale nemico potrebbe opporsi o fuggire? In questo oracolo il nemico è l’Assiria, ma noi possiamo vedervi un simbolo di ogni nemico dell’uomo, ogni ostacolo alla realizzazione della sua piena umanità: il male che ci pervade in tante forme, l’ostilità reciproca tra noi, la violenza contro bambini e donne, l’ingiustizia sociale… Crediamo fermamente che tutto viene e verrà sanato o eliminato dall’azione del Signore, grazie alla Pasqua di Gesù, e anche con il nostro schierarci dalla sua parte. Per questo possiamo immergerci nella beatitudine descritta dal v.28: far sgorgare dall’intimo il canto della gratitudine e del ringraziamento, lasciare che il cuore sia pervaso da gioia e felicità mentre camminiamo verso il monte del Signore, nostra roccia e baluardo.