1 Guai a voi, figli ribelli – oracolo del Signore – che fate progetti senza di me, vi legate con alleanze che io non ho ispirato, così da aggiungere peccato a peccato. 2 Siete partiti per scendere in Egitto senza consultarmi, per mettervi sotto la protezione del faraone e per ripararvi all’ombra dell’Egitto. 3 La protezione del faraone sarà la vostra vergogna e il riparo all’ombra dell’Egitto la vostra confusione. 4 Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis e i messaggeri avranno raggiunto Canes, 5 tutti saranno delusi di un popolo che è inutile, che non porterà loro né aiuto né vantaggio, ma solo confusione e ignominia. 6 Oracolo sulle bestie del Negheb. In una terra di angoscia e di miseria, della leonessa e del leone che ruggisce, di aspidi e draghi volanti, essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini, i loro tesori sulla gobba di cammelli a un popolo che non giova a nulla. 7 Vano e inutile è l’aiuto dell’Egitto; per questo lo chiamo «Raab l’ozioso».
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Ci interpella quel “figli ribelli”? In effetti, nonostante la buona volontà, facciamo fatica ad essere fedeli alla nostra umanità e al nostro essere figli di Dio. Fate progetti senza di me, dice il Signore. Che proposta meravigliosa è contenuta in questo rimprovero: vivere il nostro quotidiano organizzandolo con Lui, mettendolo a parte di tutto. Come un figlio che discute col papà sul da farsi.
Quando il Signore ci rimprovera assume nel suo pensiero e nel suo sentimento tutto il bene e tutto l’amore che ci vuole e si percepisce come la sua sia un’accusa completamente intrecciata alla sua alleanza d’amore!
Quello che dispiace al Signore è che lo si lasci estraneo!
Così mi sembra il doloroso rimprovero che ascoltiamo ai vers.1-2, dove l’aggiungere “peccato a peccato” è la dolorosa constatazione di essere escluso dai pensieri e dai progetti del suo popolo!
Questo passo fatto senza di Lui sarà principio e fonte di vergogna e di confusione (ver.3).
Sarà il vergognoso farsi proteggere dal nemico!
E saranno loro stessi, i capi del popolo, ad essere delusi per la scelta di lasciare il Signore per legarsi a chi non porterà loro né aiuto né vantaggio (vers.4-5).
Con ironica derisione Dio vede il suo popolo portare le sue ricchezze sul dorso di asini a un popolo che non giova a nulla (ver.6).
Sembra che al Signore dispiaccia certo l’essere abbandonato dal suo popolo, ma ancora di più lo addolora la sostanza negativa di tale alleanza.
Dio ti benedica. Voglici bene. Francesco e Giovanni.