1 Guai alla corona superba degli ubriachi di Èfraim, al fiore caduco, suo splendido ornamento, che domina la fertile valle, o storditi dal vino! 2 Ecco, inviato dal Signore, un uomo potente e forte, come nembo di grandine, come turbine rovinoso, come nembo di acque torrenziali e impetuose, getta tutto a terra con violenza. 3 Dai piedi verrà calpestata la corona degli ubriachi di Èfraim. 4 E avverrà al fiore caduco, al suo splendido ornamento, che domina la valle fertile, come a un fico primaticcio prima dell’estate: uno lo vede e lo mangia appena lo ha in mano. 5 In quel giorno sarà il Signore degli eserciti una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo popolo, 6 ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale, forza per chi respinge l’assalto alla porta.
Isaia 28,1-6

Quanta fantasia poetica, quanta abilità letteraria in questi scritti profetici! Oggi si susseguono immagini belle come “la corona superba”, “il fiore caduco”, “lo splendido ornamento”… Ugualmente forte è il messaggio teologico: la superbia di Samaria sarà gettata a terra, sarà calpestata dai piedi dell'”inviato dal Signore”, riferimento sicuro – secondo le note delle Bibbie – al re dell’Assiria. Ma la distruzione annunciata avrà un capovolgimento, e qui c’è l’immagine più straordinaria: il Signore sarà lui stesso “una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo popolo”! Se percorriamo le vie della piccolezza e dell’umiltà, vie di verità, il Signore ci renderà belli e splendenti, ci metterà a parte della sua gloria. L’insistenza del brano sulla corona ci induce a ricordare anche la corona di Gesù, corona di spine, quando si è mostrata così, nell’abbassamento e nell’umiliazione, tutta la sua regalità.
Il Signore ci conduce lungo le vie sempre più affermate della nostra salvezza.
Da che cosa ci salva?
Certamente dal Male e dal suo dominio, ma la “crisi” inizia dalla nostra presunzione mondana di non aver bisogno di salvezza, e di poter semplicemente godere dei vantaggi delle nostre conquiste.
A questo fa riferimento il ver.1 citando la nostra ubriachezza e il “fiore caduco” che è il vanto per tutto quello che sappiamo, facciamo, godiamo, sciupiamo ….!
Contro tale fiume di vanagloria sta andando all’attacco, al ver.2, l’aggressore, rappresentato da questo “uomo potente e forte”, forse ancora riferimento alla potenza aggressiva degli Assiri, che qui però diventa strumento di giudizio e di punizione divina, giudizio di Dio sulla nostra folle e fragile presunzione.
La nostra volgare presunzione verrà calpestata (ver.3).
Dunque, anche una realtà negativa, certamente nemica anche di Dio, può essere usata da Dio per punire e correggere il suo popolo infedele!
Esso sarà divorato come un fico primaticcio che attira il goloso e ne è divorato in un istante (ver.4).
Tutto questo però ha uno scopo preciso che è il bene del popolo del Signore al quale concorre anche quel nemico che è nemico del popolo ma anche nemico di Dio!
I vers.5-6 confermano questo con l’immagine della corona di gloria e dello splendido diadema che è il Signore stesso se e quando con cuore pentito il popolo lo ritrova e lo contempla.
E per questo, il Signore torna ad essere per il suo popolo l’ “ispiratore della giustizia” e la forza del popolo ora capace di respingere l’assalto del nemico che lo vuole invadere!
Mi sembra dunque si possa dire che l’azione di Dio è sempre azione di salvezza, anche quando si manifesta come punizione anche rigorosa e severa del suo popolo eletto.
Dio ti benedica. E tu prega per noi. Giovanni e Francesco.