6 Nei giorni che verranno Giacobbe metterà radici, Israele fiorirà e germoglierà, riempirà il mondo di frutti. 7 Lo ha percosso quanto lo percosse il suo percussore? Oppure fu da lui ucciso come lo furono i suoi uccisori? 8 Egli è entrato in contesa con lui, cacciandolo via, respingendolo, lo ha rimosso con il suo soffio impetuoso, come quando tira il vento d’oriente! 9 Proprio così sarà espiata l’iniquità di Giacobbe e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del suo peccato: mentre egli ridurrà tutte le pietre dell’altare come si fa delle pietre che si polverizzano per la calce, non erigeranno più pali sacri né altari per l’incenso. 10 La fortezza è divenuta desolata, un luogo spopolato e abbandonato come un deserto; vi pascola il vitello, vi si sdraia e ne bruca gli arbusti. 11 I suoi rami seccandosi si spezzeranno; le donne verranno ad accendervi il fuoco. Certo, si tratta di un popolo privo d’intelligenza; per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato né chi lo ha formato ne avrà compassione. 12 Avverrà che, in quel giorno, il Signore batterà le spighe, dal Fiume al torrente d’Egitto, e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti. 13 Avverrà che in quel giorno suonerà il grande corno, verranno gli sperduti nella terra d’Assiria e i dispersi nella terra d’Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, a Gerusalemme.
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La disciplina del Signore nei confronti di Israele è certamente attenta e rigorosa, ma sempre orientata verso la salvezza e il dato supremo dell’elezione!
Osserviamo il contrasto tra il ver.6 e i vers.7-8: sono l’evidenza di come Dio cammini con il suo popolo, e dunque talvolta lo fa fiorire e talvolta lo percuote!
Ma dice il ver.9 che così “sarà espiata l’iniquità di Giacobbe e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del peccato” di Israele!
La distruzione stessa dell’altare in fondo è una purificazione, contro il rischio di culti idolatrici!
In tal modo i figli di Israele “non erigeranno più pali sacri né altari per l’incenso”!
Certo, la desolazione è grande, come confermano i vers.10-11!
E severo è il giudizio: “Certo, si tratta di un popolo privo d’intelligenza”!
“Per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato né chi lo ha formato ne avrà compassione”!
Ma poi verrà il giorno in cui i figli di Israele saranno raccolti da Dio “dal Fiume (indica l’Eufrate quindi l’Assiria) al torrente d’Egitto” e allora “voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti” (ver.12)!!
E tutto sarà ristabilito, afferma il ver.13, e i figli di Israele “si prostreranno al Signore sul monte santo, a Gerusalemme”!
Dio ti benedica. Rendici partecipi della sua benedizione. Francesco e Giovanni.
Nel v.6 mi sembra che si completi magnificamente l’immagine della “vigna deliziosa” del brano precedente: Israele mette radici, germoglia, fiorisce e mette frutti, non solo per sé ma per tutto il mondo. Questo grande risultato però, secondo i versetti successivi, deve passare per la purificazione, l’eliminazione del peccato, che è fondamentalmente l’idolatria. Non pensiamo soltanto agli idoli dei popoli antichi, ma anche a quelli che noi stessi ci costruiamo e seguiamo nella nostra esistenza. Il duro trattamento che il popolo riceve (per es., al v.11, “non ne avrà pietà chi lo ha creato né chi lo ha formato ne avrà compassione”) ci fa pensare all’abbandono vissuto dal Figlio, alla passione e morte del Signore Gesù. E’ lui l’Agnello di Dio che ha eliminato il peccato del mondo, quella realtà di male nella quale anche noi siamo immersi. Ed ecco che ora il Signore – come un agricoltore che trebbia il grano – può radunare tutti i suoi figli ovunque dispersi e tutti ci ritroveremo sul monte santo, cioè nella sfera divina, a condividere la vita stessa di Dio.