16 Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il canto: «Gloria al giusto». Ma io dico: «Guai a me! Guai a me! Ohimè!». I perfidi agiscono perfidamente, i perfidi operano con perfidia. 17 Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante della terra. 18 Avverrà che chi fugge al grido di terrore cadrà nella fossa, chi risale dalla fossa sarà preso nel laccio, poiché cateratte dall’alto si aprono e si scuotono le fondamenta della terra. 19 A pezzi andrà la terra, in frantumi si ridurrà la terra, rovinosamente crollerà la terra. 20 La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà come una tenda; peserà su di essa la sua iniquità, cadrà e non si rialzerà. 21 Avverrà che in quel giorno il Signore punirà in alto l’esercito di lassù e in terra i re della terra. 22 Saranno senza scampo incarcerati, come un prigioniero in una prigione sotterranea, saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. 23 Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e a Gerusalemme, e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.
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Si ode un canto: “Gloria al giusto!”. Secondo le note delle Bibbie, questo giusto è
Dio stesso oppure il suo popolo, Israele. Ma a noi viene immediatamente da pensare a Gesù, il Signore, il giusto per eccellenza, che ha reso giusti anche noi. – Il profeta sembra angosciato: “Guai a me!”, afferma, “povero me”: è preso dalla gloria di Dio da una parte, e dal disastro della terra, che poi descrive, dall’altra. La nostra amata terra si ridurrà in frantumi, vacillerà come una tenda, poiché “peserà su di essa la sua iniquità”(v.20). Saranno colpiti in particolare le potenze negative dei cieli e i re, “i grandi” della terra. Le immagini finali – la luna che arrossisce e il sole che impallidisce – ci riportano alla morte del Signore, alla sua croce; ma è proprio in quel momento che “il Signore degli eserciti regna” e “risplende la sua gloria”(v.23). C’è dunque una tremenda apocalisse, ma c’è sempre la prospettiva di una salvezza per noi: attendiamo infatti nuovi cieli e una nuova terra…
Fin dall’inizio del nostro brano, dal ver.16, è impressionante il contrasto drammatico tra il canto che dice “Gloria al giusto” e la vicenda del profeta che dice “Guai a me! Guai a me ! Ohimè!”.
E’ una situazione drammatica che descrive tutto quello che oggi ascoltiamo dalla Parola del Signore!
Tale drammaticità sembra occupare l’intera vicenda ed esperienza umana!
Notiamo come il termine “terra” coinvolga dal ver.17 al ver.21 la situazione e la vicenda di tutta l’umanità!
Proprio questo, però, mi ha portato a guardare con attenzione la persona e l’opera del Signore, di cui, dal ver.21, si dice come di Colui che regna sul monte Sion, e dunque come la reazione e la risposta divina al dramma che ha invaso la creazione e la storia!
E questo fino al ver.23 , dove si dice che “il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e a Gerusalemme, e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria”.
Accogliamo questa Parola come profezia del Messia e del Figlio di Dio che appunto “regna sul monte Sion e a Gerusalemme, e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria”.
E’ preziosa profezia della Pasqua di Gesù che libera la creazione e la storia dall’antica schiavitù del peccato e della morte, e con il suo sacrificio d’amore inaugura la nuova creazione e la nuova storia dei figli di Dio!
Dio ti benedica. Tu facci partecipi della benedizione del Signore su di te. Tuoi. Francesco e Giovanni.