15 Avverrà che in quel giorno Tiro sarà dimenticata per settant’anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settant’anni a Tiro si applicherà la canzone della prostituta: 16 «Prendi la cetra, gira per la città, prostituta dimenticata; suona con abilità, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di te». 17 Ma alla fine dei settant’anni il Signore visiterà Tiro, che ritornerà ai suoi guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla terra. 18 Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.
Isaia 23,15-18

Oggi buone notizie da parte del profeta. Trascorrono settant’anni, cioè un tempo lungo e completo, il tempo di regno di un re ideale. A quel punto si manifesta tutta la bontà del Signore: egli “visita” Tiro ed è una visita benefica: la città risorge, si riprendono commerci e guadagni… Il canto della prostituta dimenticata si volge in canto di allegrezza. Non che tutto il male sia finito, ma i profitti non vengono accumulati a vantaggio di qualcuno: vanno “a coloro che abitano presso il Signore”, ai poveri, ai bisognosi, in modo che tutti possano avere l’acqua preziosa, il cibo necessario, gli abiti per vestirsi… Come dice san Paolo, il Signore volge in bene anche i nostri mali – anche il male che noi facciamo – e i nostri limiti.