27 In quel giorno sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo. Il distruttore viene da Rimmon, 28 raggiunge Aiàt, attraversa Migron, a Micmas depone le sue armi. 29 Attraversano il passo; a Gheba si accampano. Rama trema. Fugge Gàbaa di Saul. 30 Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm. Sta’ attenta, Làisa. Povera Anatòt! 31 Madmenà è in fuga. Scappano gli abitanti di Ghebìm. 32 Oggi stesso farà sosta a Nob, agiterà la mano verso il monte della figlia di Sion, verso la collina di Gerusalemme. 33 Ecco, il Signore, Dio degli eserciti, abbatte i rami con il terrore, le punte più alte sono troncate, le cime sono abbattute. 34 È reciso con il ferro il folto della selva e il Libano cade con la sua magnificenza.
Isaia 10,27-34

Si descrive l’itinerario dei conquistatori…, e quanti itinerari di guerra abbiamo conosciuto, anche in tempi recenti! Le località citate sono negli immediati dintorni di Gerusalemme: la città è minacciata, ma forse non saccheggiata in questa campagna militare. Il Signore non sta a guardare: si dice al v.33 che “il Signore, Dio degli eserciti, abbatte i rami con il terrore…”. E’ dunque protagonista della storia, ma il suo vero volto lo riconosciamo nell’affermazione che apre il brano: “In quel giorno sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo”. Egli vuole liberarci da qualunque giogo pesante e oppressivo. A noi è rimasto il giogo di Gesù, un giogo che lui stesso ha definito leggero, un legame d’amore.