Ero in S. Petronio alla Messa vespertina e alla benedizione. Ho visto presente anche lei. Le chiedo una parola di commento all’omelia del nostro Arcivescovo mons. Matteo Zuppi. Mi è sembrato un grande invito a camminare insieme e con tutti. Le confesso che io vado a messa solo per accompagnare mia moglie, che è contenta perché vede salva la mia anima. E io sono contento che lei sia contenta. Dico questo perché lei comprenda che non sono un cattolico fervente. E molte volte ho sentito con dispiacere esortazioni a severi giudizi e a nette separazioni. Tanto da domandarmi se alla chiesa interessa poi molto la vita eterna per tutti o solo per quelli che sono bravi secondo lei. Non so se lo siano anche secondo Dio. Ma lei mi scusi le mie uscite irrispettose e se crede mi dica il suo pensiero su questo singolare vescovo che è arrivato a Bologna. Mia moglie mi dice che è stato sicuramente il Papa a mandarlo.
Voglio dirle che sua moglie è proprio fortunata ad avere una compagnia come la sua! Del nostro Arcivescovo mi pare siamo quasi tutti molto contenti. Anzi, io non ho mai incontrato in questi mesi voci e pareri non favorevoli. Anch’io penso che l’omelia della festa di San Petronio meriti molta attenzione. Mi sembra di capire come lui voglia strettamente connettere il ministero evangelico con la città, il suo territorio, la gente che vi abita, e i più piccoli, i più poveri che vi abitano. A cominciare da quelli che non hanno abitazione! In quale città, in quale società noi predichiamo e viviamo il Vangelo? Questa non è solo una scelta culturale. È prima di tutto un’opzione spirituale intimamente connessa con la sublime tradizione biblica. Dio ha sempre parlato e operato nella storia. E ha sempre parlato e operato con l’umanità nella concretezza della sua vita, con i buoni e con i cattivi, con i vicini e con i lontani, con gli amici e con i nemici. Dopo aver portato avanti per parecchi secoli un patto speciale di alleanza e di salvezza con questo piccolo popolo di pastori che sono in origine gli Ebrei, con Gesù ha esteso questa alleanza con tutta l’umanità. Volendo la salvezza di tutti. Donando a tutti la sua Parola. Amando tutti con una netta preferenza nei confronti dei poveri, dei lontani e dei peccatori. È questo “umano” che mi sembra sia nell’attenzione privilegiata del vescovo Matteo. Non perde occasione per regalare i segni del suo affetto e della sua simpatia. Qualche volta un po’ troppo. Pensi che giorni fa è arrivato alle cinque e mezza del mattino ai confini della sua diocesi per celebrare la Messa con un gruppetto di monachelli un po’ sbandati. Lì c’ero anch’io. E contento fino alle lacrime. Nel mio paese si dice che i vecchi come me hanno ”la spiansina”, che vuol dire commuoversi troppo facilmente. E io tutto contento mi sono molto commosso. Buona Domenica e tutti.
Giovanni della Dozza.
Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 9 Ottobre 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.