Quando Lercaro andò in Comune a ricevere la cittadinanza onoraria alla fine del Concilio, portò in regalo il Vangelo. Dopo anni, quando si volle ricordare quell’evento, saltò fuori che quel volume non si sapeva più dov’era. E ci fu anche polemica perché “i comunisti non avevano neanche saputo conservare il Vangelo di Lercaro”. Però io so chi questo Vangelo l’ha “rubato”. Conosco il “ladro”. Un ladro troppo poco cattolico e troppo “comunista” per potersi tranquillamente autodenunciare. Le affido questo piccolo “giallo” e mi piace chiederle se faccio bene a non fare né la talpa né il corvo, per lasciare che il furto segreto resti segreto.

Le confesso che il suo messaggio mi ha molto emozionato. Quello che lei racconta io l’ho tutto vissuto intensamente. Più volte ho formulato dentro di me un pensiero vicino a quello che lei racconta, ma mi sembrava si trattasse solo di leggendarie fantasie. Però poi non ci avevo più pensato e mi ero anche chiesto se di fatto il Vangelo di Lercaro non fosse saltato fuori, senza che questo ormai facesse notizia. Se fossi in lei, io non rivelerei proprio niente. Vedo che anche nei miei confronti lei è stato molto prudente e abile nel garantirsi un anonimato impenetrabile: così anch’io non corro i rischi della curiosità. Non ho capito se il ladro è ancora al mondo o si è già presentato al trono dell’Altissimo. Succede che molte volte un ladro resti alla fine “prigioniero” del suo stesso furto. Mi piace prolungare la leggenda arrivando a pensare ad un “santo ladro” evangelizzato dal suo bottino. Misteriosamente attratto dal Libro più seducente e più potente del mondo. Buona domenica a lei, simpatico complice. E Buona Domenica ai venticinque cari amici che leggeranno la nostra rubrica.

Don Giovanni.

Domenica 10 Giugno 2012.