pallone-di-calcio_2La mia casa è completamente sconvolta dai campionati mondiali. A tutte le ore del giorno e della notte, luci, voci, risate, litigi, applausi con urlo. E quando chiedo ai miei uomini qualche aiuto casalingo, sono la mamma di tre maschi oltre a mio marito, tutti sono occupati e in fuga. E peggio ancora se dico che c’è una messa in parrocchia che ho chiesto per ricordare la nonna: l’orario non va bene a nessuno, la messa è troppo lunga, c’è anche la riunione della polisportiva. Il mio sospetto è che solo noi donne siamo veramente prigioniere di troppi inevitabili doveri. Scusi lo sfogo della casalinga. Grazie per la sua bella rubrica, dove mi pare che siano le donne quelle in maggioranza le scrivono.

Senza ulteriori proteste, mi unisco alle sue osservazioni con la speranza che possiamo sorridere insieme. Qualcuno mi conosce come un prete che è anche un monaco. Io preferirei che mi si pensasse semplicemente come un prete che tenta, senza grandi risultati, di condurre una vita cristiana, ma accetto anche il titolo monastico e provo a spiegare che per me la preghiera è un appuntamento importante e anche di un certo impegno del tempo quotidiano. E quando dico a che ora comincio questa preghiera ogni mattina insieme ai fratelli con i quali vivo, quasi sempre mi guardano come un matto. E la cosa continua quando si arriva all’orario della Messa feriale che per quattro giorni celebriamo alle sei del mattino e due giorni alle sette e un quarto la sera. E’ una “messa per lavoratori”, che vuole offrire una possibilità a chi ogni giorno deve cominciare presto e finire tardi. E con in più la famiglia e tutto il resto. Scandalo per questi orari. Poi comincia il campionato e tutti entrano nello “scandalo”, proprio come scrive lei. E bisogna vedere con quale impegno ogni orario viene rispettato. E con quale serietà: “no, questa sera proprio non posso … mi piacerebbe esserci, ma ho l’impegno della partita… sarebbe giusto che in quella fabbrica concedessero la sosta per vedere la partita”. Io e lei, cara Signora, senza brontolare, preferiamo essere comprensivi e indulgenti, sperando che anche verso di noi ci sia benevolenza e simpatia. La saluto caramente e auguro una bella Domenica a Lei e a tutti gli amici della nostra piccola rubrica.

Giovanni della Dozza.

Domenica 22 giugno 2014.