LumeCelesteSono passato per la tua chiesa e non ho più visto la preghiera del Lume Celeste. L’ho imparata a memoria, e mi piaceva vederla. Approfitto per chiederti perché l’hai messa in vista per l’anno della fede. Forse perché dice che cosa è la fede? So che a me è entrata nel cuore e mi trovo spesso a ripeterla mormorandola o anche a bassissima voce, anche quando entro in tribunale per una causa o per un cliente da difendere.

Che piacere le tue parole! Anni che non ti sentivo. Spero che in famiglia stiate tutti bene. Anche quel brigante – ma forse non lo è più! – del tuo figlio maggiore. Sono contento che ti sia piaciuta quella preghiera. L’ho esposta su consiglio di una mia parrocchiana illustre di cui non posso dirti il nome. È la preghiera che apre la Piccola Regola della nostra comunità di fratelli, sorelle e sposi. Siamo “cugini” della Comunità di Giuseppe Dossetti, ed è scritta da lui la Regola che appunto porta quella preghiera. Intanto la scrivo per i nostri cari lettori: “Col lume celeste, Signore, previenici sempre e dovunque, affinchè contempliamo con sguardo puro e accogliamo con degno affetto il mistero di cui Tu ci hai voluto partecipi. Per Cristo nostro Signore”. È preghiera antichissima volta a frenare la dilagante, anche ai nostri giorni, eresia pelagiana. Si riferisce al grande viaggio dei Magi che, guidati dalla stella, arrivano al Bambino Gesù. Nella tradizione cristiana la stella è lo Spirito Santo, che si chiede al Signore perché in ogni istante della vita ci prevenga per indicarci quello che dobbiamo essere e fare, anzi perché sia Lui il nostro essere e il nostro fare nella storia complessa che ognuno deve attraversare. È molto importante per vivere la fede. Durante l’Anno della fede l’abbiamo recitata tutti insieme alla fine di ogni Messa, come “postcommunio”, prima della benedizione finale. La fede, infatti, non è una dottrina, ma un’esperienza. È la storia di ciascuno e di tutti. È la storia che viene visitata da Dio. È il regalo di vivere non da soli ma con Lui. È la nostra povera storia, di noi peccatori, le sue luci e le sue molte ombre. È la storia del regalo più bello che il Signore può fare, il regalo del suo cuore. Così il Signore non abbandona e accompagna tutta la nostra vita verso la Casa di nostro Padre. La preghiera è per chiedergli di farci sempre compagnia, anche se non ce lo meritiamo. Senza di Lui, come possiamo vivere?
Buona Domenica a te e a tutti i nostri carissimi lettori.

Giovanni della Dozza.

Domenica 8 dicembre 2013