Caro don Giovanni, sono un ateo che da molti anni legge volentieri la sua corrispondenza sul Carlino domenicale, e penso di essere tra i moltissimi che in questi giorni le hanno scritto per domandarle come mai Dio, se c’è, ha fatto così male le cose e così malamente le conduce, provocando o almeno permettendo una catastrofe come quella di questi giorni di nostre terre terremotate e di trionfo dell’assurdità della morte. Dunque, anch’io mi metto in fila per domandarle come mai il vostro Dio si carica di queste terribili responsabilità.
Amico carissimo, scelgo tra i molti messaggi dedicati a questo dramma, quello che lei mi scrive e che è di esemplare chiarezza! Se Dio c’è, come mai si comporta tanto male? O, più ironicamente, come mai vanta un “catechismo” così pieno della sua perfezione e della sua potenza, e poi si nasconde quando succedono fatti come questi sui quali soffriamo e piangiamo in questi giorni! Le dico subito che qui posso solo “accennare” ad una risposta che io stesso ho trovato cinquant’anni fa studiando la teologia dei Gesuiti a Roma, ma trovando risposta non tanto nelle aule dell’Università, quanto nel grande regalo di incontri e di legami profondi con fratelli e padri come Milani, Lercaro, Bettazzi e Ancel, e soprattutto Giuseppe Dossetti, che mi hanno aperto il Libro della Bibbia e mi hanno aiutato a leggerlo e soprattutto ad ascoltarlo! Vede, caro amico, il Dio degli Ebrei, che è il Padre di Gesù, non si presenta come “l’essere perfettissimo” del nostro vecchio catechismo, ma come il Padre e il Salvatore che ama la nostra povera umanità e insieme a lei cerca e indica le vie della salvezza. E’ dunque Dio che in questi giorni drammatici si unisce al suo popolo sofferente e insieme a lui e per lui e a lui indica vie di salvezza e di consolazione. Il Dio di Gesù è Dio che piange con noi, e partecipa ai drammi della nostra vita, e ci mostra come in ogni prova dell’esistenza la grande via della pace sia la via dell’Amore. In questo senso, anche i drammi della storia sono eventi nei quali l’Amore può manifestarsi nella sue misure più profonde. Io ho conosciuto l’Amore di Dio nei grandi regali che Dio ha voluto donarmi. Ma l’ho conosciuto in modo profondo quando ha soccorso le prove della mia vita con la sua Sapienza e soprattutto quando mi ha cercato, e mi ha salvato, nei miei peccati, quando è venuto a salvarmi e a restituirmi alla luce del suo Vangelo. Il Dio di Gesù, il Padre di Gesù e Padre di tutta l’umanità, è il Dio dell’Amore che proprio nelle vicende più dolorose e delicate ci rivela la luce della salvezza. E così io ricordo e ho ben presenti tutte le persone che mi hanno insegnato e donato l’Amore! Io sono un pessimo discepolo, ma forse anche per questo sono esperto di quella misura infinita della misericordia che apre la strada e la porta anche ad un peccatore come me. Sarebbe bello poter continuare a conversare di questo! Intanto, buona Domenica a Lei e ai cari lettori del Carlino.
Giovanni della Dozza.
Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 28 Agosto 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.