BOLOGNA – In occasione della festa del malato 2022, la CEI ha scelto come immagine della giornata, l’icona scritta dal nostro fratello Giovanni Paolo. In fondo all’articolo riproponiamo l’intervista di 12porte a Francesco Scimè.
Nel video qui sopra lo stesso Giovanni Paolo ne spiega la simbologia, che riportiamo brevemente:
Dietro questa icona c’è un pensiero un po’ singolare. Da una parte è evidente il riferimento alla parabola del “padre misericordioso” ovvero del “figliuol prodigo”. Però è anche una lettura simbolica di quanto avviene nella corte celeste quando il Figlio amato Gesù ritorna alla casa del Padre dopo la sua avventura terrena. Secondo i canoni iconografici noi non abbiamo altra visibilità di Dio Padre se non quella del Figlio (chi ha visto me ha visto il Padre); per questo ho rappresentato il padre misericordioso con le sembianze del Cristo. Un po’ spinta però è l’interpretazione del figliuol prodigo anch’egli come Gesù che reca i segni della passione (la nudità, le ferite, il perizoma); cioè qui c’è una mia interpretazione del fatto che il prodigo potrebbe essere un simbolo del Figlio Gesù che ha lasciato la casa paterna e ha “sperperato” tutti i suoi beni per amore nostro e che però alla fine torna alla casa del Padre recando i segni della sua Pasqua (questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato). I servi della parabola diventano qui gli Angeli che portano il vestito più bello, l’anello e i sandali. Le due costruzioni dello sfondo, collegate dal drappo rosso dell’amore, sono il simbolo della casa paterna (a sinistra) e della dimora terrena (a destra) che reca un richiamo visivo alla croce.