Caro Giovanni, con il fatto che sabato sono i Santi e domenica i Morti, quest’anno sento ancora di più che le due giornate dentro di me si inseguono, si cercano e si incontrano. Ho perso la mia mamma l’estate scorsa. E’ la donna più santa che ho conosciuto, e spero di trovarne una come lei che mi voglia come marito. Ti scrivo questo messaggio perchè mi sono ricordato che una volta hai parlato di queste feste vicine quando eri ancora nella nostra campagna di Crevalcore. Potresti scrivere qualcosa che aiuti per la festa di quest’anno. Con amicizia. Marco.
Caro Marco, le tue parole mi hanno molto rallegrato, soprattutto perchè è sempre molto bello ritrovare un caro amico da cui le vicende della vita, ma non certo un minore affetto, ci hanno allontanato. Ovviamente non ricordo niente di quello che avrò detto tanti anni fa. Però devo ammettere che anche per me questi due giorni sono molto belli così vicini e così insieme. Tra l’altro alcuni giorni fa ho sentito alla Radio Vaticana una bella presentazione sulle origini di queste due giornate. E’ sabato mattina, il giorno dei Santi appunto, e ho nella testa e nel cuore il brano dell’Apocalisse che oggi si proclama nella Liturgia. Quel testo, dopo aver parlato di un gran numero di santi, forse ebrei, centoquarantaquattromila(!), dice poi di una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare – forse neanche con i nostri potenti calcolatori – tutti vestiti di bianco. Chi sono? ci si domanda. E un anziano testimone del paradiso dice che sono quelli che hanno lavate le loro vesti nel sangue di Gesù, perchè sono passati per la grande tribolazione della sua Pasqua. Oggi si festeggiano i santi "ufficiali", spero con la segreta possibilità di ammettere tra di loro, con la forza impertinente del nostro affetto riconoscente, le persone sante che ci hanno preso per mano e portato fin qui. Ma domani ne invitiamo e ne visitiamo appunto una folla immensa, che nessuno può contare. Li vogliamo ricordare tutti! Chi sono? Tutti quelli che sono passati per questo mondo. Li desideriamo tutti insieme, quelli di oggi e quelli di domani. Siamo dei peccatori, esperti di peccato. Per questo oggi il prete indossa paramenti bianchi come la luce e domani li indossa viola come la penitenza. Ma quando oggi sento Giovanni Evangelista ricordare "quale grande amore ci ha dato Dio, perchè ci chiamiamo e siamo realmente figli di Dio", allora mi lascio prendere dalla speranza che in un modo o in un altro, ogni uomo e donna della terra, pur tra tante cose non buone, possano passare per la croce di Gesù. E diano la possibilità al Figlio di Dio di riconoscerli come suoi fratelli. Magari anche solo perchè hanno dato un bicchier d’acqua ad un poveretto. Il paradiso sarà bellissimo. Ma sarà per me molto più bello se ci saranno anche tutti i miei amici più briganti, quelli che oggi mi danno non solo un bicchier d’acqua, ma anche la bellezza e la gioia del loro affetto. d.Giovanni