21 Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 22 Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». 23 E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». 25 Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. 26 Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». 27 Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. 29 Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». 30 A queste sue parole, molti credettero in lui.
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Questa Parola del Signore mi è sembrata particolarmente preziosa per come ci fa intendere l’interpretazione profonda che Gesù dà alle antiche vicende dell’Esodo dei Padri Ebrei. Possiamo dire fin d’ora che la terra d’Egitto che teneva prigionieri e schiavi i padri, Gesù ce la ricorda oggi come profezia di una schiavitù ben più drammatica: il nostro “Egitto”, che è la prigione di tutta l’umanità, è la prigionìa del peccato, una prigione invalicabile, fino alla morte: “Morirete nei vostri peccati” Egli dice al ver.24!
Dunque Gesù è il nuovo Mosè. I grandi profeti di Israele predicevano che, come Mosè aveva guidato il primo Esodo, Dio stesso avrebbe condotto il suo popolo nel nuovo futuro Esodo. Era profezia dell’esilio, della prigionìa di Babilonia e del ritorno alla Terra, ma si prolungava in una prospettiva messianica che apriva per il popolo una condizione definitiva di pace e di prosperità.
Da soli non ci si può liberare. Egli è venuto a liberarci e a condurci al Padre. Altrimenti, Egli dice, “dove vado io voi non potete venire”. E’ interessante che i suoi interlocutori pensino ad un’ipotesi di morte, sia pur degradata come suicidio – “Vuole forse ucciderci, dal momento che dice”dove vado io voi non potete venire”(ver22) – perchè sarà proprio la sua morte innalzato sulla Croce l’apertura per l’umanità della via verso il Padre di tutti. E’ preannunzio che Gesù dà al ver.28: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che io sono”. E’ la sua morte sulla croce che lo rivelerà nella gloria della della sua divinità.
Il dominio del peccato e della morte segna la realtà di “quaggiù”, appunto l’Egitto dal quale Lui è venuto a liberarci. Ma Lui chi è per poter fare questo? Lui è quell’ “Io sono” che si è rivelato nell’Esodo a Mosè! Per questo, alla domanda del ver.25: “Tu chi sei?”, Gesù risponde, come mi sembra si possa rendere in italiano: “Il principio che anche parlo a voi”. Gesù è quel “Principio” del Prologo: “In principio era il Verbo”. E’ quella Parola che si è fatta carne per la nostra liberazione e la nostra salvezza. Per questo dice: “…se non credete che “Io Sono” morirete nei vostri peccati, cioè nel vostro Egitto di peccato e di morte. Non c’è prospettiva e speranza di salvezza e di pace senza questo Liberatore! Solo la fede in Gesù è la via della salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi è implicitamente presente un tema che domani le parole di Gesù espliciteranno: quello della schiavitù e della libertà. Gesù ci avverte della nostra situazione reale: si tratta di schiavitù. Oggi dicendo “Morirete nei vostri peccati” vuol dire: “rimarrete nella schiavitù”. E il problema non è quello del castigo finale, ma del fatto che siamo, e rimaniamo in una situazione di schiavitù, come era quella in cui si trovavano i nostri padri ebrei in Egitto, e ancora più pesante perchè è una schiavitù interiore, dello spirito. Diverso è invece il progetto di Dio che vuole fare gli uomini suoi figli, perchè “lo sciavo non rimane sempre nella casa di Dio”. Ma Dio vuole togliere gli uomini dalla schiavitù e dare ai suoi figli la libertà. Il problema è che gli uomini mostrano di amare questa condizione di schiavitù, e così restano soli, perchè Gesù, il Figlio, se ne va e loro non possono seguirlo. Gesù peraltro continua a parlare con loro, e non cessa di sollecitarli ad ascoltarlo e credere in Lui, perchè guardino con sincerità alla propria condizione e colgano l’occasione che Gesù offre a loro. Ma loro “non possono andare dove va Gesù”: cosa vuol dire? Che loro, da soli, con le proprie forze e scelte, non possono. E inoltre, questo è un segno che – come abbiamo ascoltato nel prologo del Vangelo – le tenebre non possono sopraffare la luce. Essi lo uccideranno, ma la verità più profonda è diversa: non potranno impedire che Gesù prosegua il suo viaggio di ritorno verso il Padre, per la salvezza del mondo. Queste parole “morirete nel vostro peccato” ripetute per tre volte nel brano di oggi risuonano come un serio monito rivolto agli uomini da Colui che Dio ha mandato loro per la salvezza. E sono parole che già gli antichi profeti avevano consegnato agli uomini per esortarli a lasciare la loro cattiva condotta e a fare il bene, per essere perdonati da Dio e salvati. Così leggiamo per es. in Ez 3:10ss a proposito del compito della “sentinella” del popolo. Ma se lì la possibilità di scampo offerta de Dio tramite le parole del profeta era il cambiare vita, ripudiare e abbandonare il peccato e la sua schiavitù, oggi, per le parole del Signore Gesù, la via nuova e sicura – più che quella delle nostre forze, che spesso mancano – che Gesù offre è “credere che LUI E’ ” credere che in Gesù è presente Dio, venuto tra noi per liberarci da ogni schiavitù, prima tra tutte quella del peccato e della morte. Infatti (v. 24) “Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; infatti, se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”, vale a dire che “Se crederete che Io Sono, vivrete, liberati dalla schiavitù nella quale il vostro peccato vi tiene”.