19 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22 Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Post correlati
4 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (918)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (442)
- La lectio quotidiana (4.522)
- Le nostre notizie (999)
- Letture domenicali e festività (804)
- Senza categoria (6)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Esodo 37,1-29
- Esodo 36,8-38
- Esodo 35,30-36,7
- Esodo 35,20-29
- Le Letture e i canti di domenica 26 marzo 2023 – V Domenica di Quaresima (Anno A)
- Annunciazione del Signore – 25 marzo 2023
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Omelia di d. Francesco Scimè e d. Giovanni Nicolini – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Esodo 35,1-19
Le parole che oggi riceviamo dalla bonta’ del Signore vogliono collegare strettamente la Pasqua di Gesu’ con la missione dei suoi discepoli. Preferisco citare esplicitamente i discepoli, perche’ sono loro, e non in particolare i dodici, o meglio gli undici, gli interlocutori di Gesu’ nel nostro brano, come dicono il ver.19 e il ver.20. Quello che ora accade e quello che viene affermato dal Risorto sembra dunque riguardare ogni discepolo di Gesu’!
Gesu’ dunque varca la loro impaurita prigionia di morte ponendosi in mezzo a loro; questa espressione e’ forte e sembra voler significare proprio la stabilita’ della presenza del Risorto in mezzo a coloro che hanno bisogno di essere liberati. Ed Egli li libera con la sua Parola: “Pace a voi!”, e mostrando loro le ferite della Croce. Qui puo’ essere utile andare al testo quasi parallelo di Luca 24,36-43, per cogliere la differenza tra le due memorie evangeliche. Cio’ che infatti in Luca e’ fonte di spavento per quella che sembra un’apparizione fantasmica, e’ in Giovanni la gioia di un riconoscimento pieno! Dice infatti: “E i discepoli gioirono al vedere il Signore”(ver.20). Ecco dunque il Signore risorto che viene riconosciuto per il dono della sua Parola di pace e per i segni della sua passione d’amore! Questo – e non altri – e’ il nostro Signore!
Il “Pace a voi” del ver.19, viene ripetuto dal Risorto al ver.21 e si pone come fonte della missione ora affidata da Lui ai suoi discepoli: “Come il Padre ha mandato me,anche io mando voi”. Richiamo la vostra attenzione su quel “mando voi”, perche’ mi sembra ci sia il pericolo di ridurre e limitare la sua portata, che non e’ quella di collegare solamente I due “mandati”, quello del Padre che manda il Figlio e quello del Figlio che manda i discepoli. Il “come” riguarda in maniera essenziale la modalita’ di tale missione, che qui si e’ qualificata attraverso i segni della Passione e la Parola della Pace. Questa e’ la missione dei discepoli, che troppo facilmente viene purtroppo limitata ad una funzione “tribunalizia” che alla fine ha poco rapporto con la presenza tra noi del Crocifisso, Signore della Pace! Si rischia in questo modo di estenuare il compito della comunita’ ecclesiale riducendola ad una funzione giudiziaria limitata agli apostoli.
Donando loro il suo Spirito Gesu’ invia la sua Chiesa a compiere quello che Lui stesso ha compiuto entrando nella loro prigionia a porte chiuse e liberandoli per la proclamazione del suo Vangelo. Questo mi sembra il significato dei vers.22-23. Se cosi’ stanno le cose, ma voi dovete continuare a dubitare di quello che balbetto, non mi soddisfa la versione italiana che parla di peccati “non perdonati”. Questo verbo e’ presente solo qui nel Vangelo secondo Giovanni. Lo trovo in Apocalisse con il significato che spesso il verbo ha nel Nuovo Testamento, e cioe’ quello di un trattenere con cura, con attaccamento. Mi sembra che questo possa esprimere meglio il compito grave e affettuoso della comunita’ credente , chiamata a imitare Gesu’ che si e’ collocato in mezzo a questa povera umanita’ prigioniera del male e della morte, come ci apparivano qui gli stessi discepoli al ver.19. Chiamata a camminare nelle tenebre della storia con la luce del Vangelo della Pace, consapevole di dover donare a tutti questo Vangelo, aspettando che le ferite di ciascuno e di tutti possano essere definitivamente guarite. Il “trattenere” diventa allora significativo di un non abbandono anche delle situazioni piu’ tristi e piu’ lontane dalla pace di Dio, perche’, come il suo Signore, la Chiesa e’ stata mandata non per giudicare ma per salvare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche un articolo può essere significativo. Al v.22, si dice: “Ricevete Spirito Santo” (e non “LO Spirito Santo”). Con l’articolo, indicherebbe la totalità dello Spirito; ma noi non possiamo riceverlo tutto. Ognuno ne riceve quanto può; sta a noi, però, non porre limiti e permettere allo Spirito di animarci… Il primo effetto è quella “pace”, quella pienezza di vita, quel benessere interiore, che Gesù ci augura e ci dona oggi.
Le prime immagini, la sera, le porte chiuse per timore, indicano una situazione che reclama il venire del Signore risorto a sciogliere questa situazione antica, che in fondo è sempre la situazione dell’uomo che che in Adamo ha perso la pace della propria condizione iniziale e si trova in balia del buio e della paura. Il Signore risorto porta peraltro una beatitudine ben superiore a quella della prima condizione di Adamo. Maria Maddalena ha riconosciuto il Signore dal suo chiamarla; qui il Signore mostra le mani e il costato; e i discepoli non hanno nessuna difficoltà nel riconoscerlo. Nell’incontro del Signore risorto con i suoi discepoli vi è l’adempimento di quanto il Signore aveva loro detto dopo la cena e scendendo verso il Getsemani e nella preghiera al Padre del cap. 17. la pace, la gioia, lo Spirito Santo, l’invio. Nel Vangelo di Giovanni, il dato dell’invio acquista una pregnanza particolare: Gesù è l’inviato del Padre e questo è per lui una cosa sola col fare solo la volontà del Padre, nel non avere parola se non quella del Padre e nel compiere le opere del Padre; nell’essere tutto in lui e una cosa sola con lui. Questo viene a essere anche il dato profondo dell’invio dei discepoli: Come il Padre ha mandato me, così.. L’ultimo versetto va letto nel desiderio del Signore che la liberazione dall’antica condizione adamitica si possa estendere a tutti gli uomini.
Quindi non si puo strettamente collegare le parole di Gesu alla confessione Sacramentale, e un po vero quello che dicono i protestanti ,in particolare gli evangelici, che quello e il potere della comunità legato alla proclamazione del Vangelo di perdonare i peccati.
In sintesi se il sottoscritto si mete in preghiera in ginocchio e sinceramente oentito, e chiede a Dio il perdono dei peccati..Dio perdona o no?
Pietro Apuzzo
felimm@gmail.com