26 Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27 e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. 1 Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2 Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3 E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4 Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto.
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Il Paràclito, lo Spirito Santo, è mandato da Gesù. Lo Spirito della verità, che procede dal Padre, Gesù lo manda dal Padre a noi. “Sciolgo” le affermazioni di Gesù perchè ci siano chiare. A noi discepoli lo Spirito renderà testimonianza di Gesù. Così, anche noi potremo rendere testimonianza al Signore perchè siamo con lui fin dal principio. Ma si può dire questo? Sì, perchè l’azione dello Spirito ci immerge in tutta la memoria delle Scritture, ce ne rende del tutto partecipi. Tale è il dono di Dio! Pensate: oggi lo Spirito ci porta dentro a quello che ascoltiamo da Gesù in modo pieno, in perfetta attualità. Per questo, non dobbiamo pensare che le Scritture, essendo antiche, debbano essere “attualizzate”. Lo sono già perchè lo Spirito ce le dona nel nostro tempo e nella nostra storia. Se mai, è la nostra storia, sempre un po’ vecchia – o molto vecchia! – a dovere e potere essere “attualizzata” alla perenne novità della Parola di Dio.
Mi piace il “taglio” del nostro brano, perchè unisce due affermazioni in modo potente: da una parte la potenza della testimonianza dello Spirito, dall’altra la suprema testimonianza della Pasqua di Gesù! Gesù afferma di dirci queste cose “perchè non abbiate a scandalizzarvi”(ver.16,1). Porta subito quindi la testimonianza al suo cuore e al suo apice, là dove la sconfitta umana di Gesù ci espone allo scandalo, cioè alla esposizione a non sopportare lo smacco storico del messaggio cristiano!
La cacciata dalle sinagoghe, e l’uccisione dei discepoli considerata addirittura come “culto a Dio”, gridano lo scandalo mondano di chi è chiamato a testimoniare, in Gesù, la pienezza del dono di Dio, segnata dalla fluire del culto sinagogale nel suo adempimento nella assemblea messianica, e la morte di Gesù come grembo della vita nuova. Ma così faranno i persecutori, perchè “non hanno conosciuto nè il Padre nè me”(ver.3). Dunque, proprio i persecutori e gli uccisori dei cristiani sono i primi e privilegiati destinatari della testimonianza evangelica.La mirabile conclusione del ver.4 afferma la coincidenza tra l’ora delle supreme tribolazioni, l’ora della croce, con l’ora della testimonianza. Il termine “testimonianza, testimoniare” che abbiamo incontrato ai vers.26-27, è, nella lingua del Vangelo, la “martirìa”, che in italiano diventa il “martìrio”, cioè la testimonianza nelle sua pienezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il Paraclito, lo Spirito della verità: Egli è il Consolatore; ma non ci dà semplicemente un “conforto”; consolare vuol dire operare concretamente a rimuovere le cause della sofferenza. Lo Spirito della verità: di quale verità si parla? E’ la verità su Dio, rivelato come Colui che ama gli uomini, indipendentemente dai loro “meriti”, e vuole portarli al suo stesso livello di vita e di gioia; e la verità sull’uomo, chiamato ad essere figlio felice di Dio, ad assomigliargli nell’amore e a partecipare alla condizione divina. Questa verità suscita la reazione negativa, violenta di chi cerca potere, predominio sugli altri, economico e politico, prestigio e interesse personale…
Gesù preannuncia le cose future; ciò che accadrà ai suoi discepoli: “Vi cacceranno dalle sinagoghe e chi vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”. Questo lo dice perchè i discepoli non si stupiscano quando queste cose accadranno. Perchè viene la loro ora, e il cielo e la terra passeranno, ma le parole del Signore non passeranno. Quando Gesù dice “Siete stati con me fin dal principio” (v.27), sta riferendosi al fatto che dall’inizio del suo ministero i Dodici erano con Lui, o anche al fatto che i discepoli sono con Gesù, nel suo amore e nella sua attenzione, fin dall’inizio del mondo? Paolo scrivendo agli efesini benedice Dio, padre del Signore nostro Gesù Cristo, “che ci ha benedetti con ogni benedizione … e scelti prima della creazione del mondo”. v. 2 “Chiunque vi ucciderà, crederà di rendere culto a Dio”. In questi capp. 14, 15, 16 Gesù parla di Dio chiamandolo quasi sempre “Padre”. Solo qui usa la parola “Dio”: forse vuole dire che dimenticare che Dio è Padre, di Gesù, e in Lui di tutti gli uomini, è la causa di questa falsa religiosità per la quale è possibile anche uccidere degli uomini in nome di Dio e supponendo di rendergli culto. Al contrario di questa religione, il Padre cerca adoratori che lo adorino in Spirito e verità, cioè guidati in unità da quello Spirito,di verità che oggi Gesù promette ai suoi discepoli.