37 Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38 perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia:
Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?
39 Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse:
40 Ha reso ciechi i loro occhi
e duro il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano, e io li guarisca!
41 Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. 42 Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. 43 Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.

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Propongo un’interpretazione globale del nostro testo, sapendo che altre potrebbero esserne le letture. Ma personalmente mi sembra oggi la più convincente. Vi colgo un’intenzione precisa da parte del Signore, e cioè il voler confermare che la fede à puro dono di Dio e non si può minimamente pensare di conquistarla, o meritarla…Tale mi pare la lettura che Gesù propone dei due testi di Isaia: di Isaia 53,1 al ver.38, e di Isaia 6,9ss al ver.40. E mi piace sottolineare la spiegazione che l’Evangelista dà di tutto questo quando al ver.41 interpreta le parole di Isaia 6 affermando che il profeta, come si ascolta in Isaia 6,1-10, “vide la sua gloria (la gloria di Gesù!) e parlò di Lui (di Gesù!!)”
Dunque, anche i “grandi segni” ricordati al ver.37 non sono via garantita della fede, perchè non ci possono essere garanzie umane a che la Parola di Dio venga creduta. Così si compie la domanda grande e drammatica di Isaia 53,1: “Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?”. E Dio aveva impedito ai figli di Israele di credere attraverso quello che i loro occhi potevano vedere e il loro cuore potesse comprendere! Così il senso della citazione di Isaia al ver.40 del nostro brano. La fede è luce donata ai ciechi, e prodigio divino di risurrezione dei cuori spenti. Che non si possano pensare opera dell’uomo la conversione e la guarigione (“e non si convertano e io li guarisca”). Ed è appunto meraviglioso che secondo Giovanni Isaia abbia parlato così “perchè vide” la gloria di Gesù e “parlò di Lui”. Gesù non può essere che puro regalo di Dio. Il cieco nato, Lazzaro e tutti coloro che sono stati salvati da Lui sono testimonianza dell’agire divino nell’impossibilità dell’uomo.
E anche là dove il dono della fede arriva all’uomo – “…tra i capi, molti credettero in lui” – la confessione della fede, cioè la “fede vissuta” è ancora dono divino, perchè la vita di fede è troppo nuova rispetto alla condizione umana, caratterizzata dal fatto che l’uomo della stirpe di Adamo ama “la gloria di degli uomini più che la gloria di Dio”. In Giovanni 5,41-44 Gesù spiega qual’è la radicale diversità tra gloria degli uomini e gloria di Dio. La gloria degli uomini è implacabilmente autoreferenziale – la gloria di se stessi – mentre la gloria di Dio è sempre la gloria dell’altro: il Padre glorifica il Figlio e il Figlio glorifica il Padre.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Tra i capi molti credettero in lui”: sembra una buona notizia: finalmente anche i capi, i sacerdoti credono! Ma arriva subito la correzione: “non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga”(v. 42). In effetti, essere espulsi dalla sinagoga non voleva dire solo non essere ammessi alla preghiera, alla lettura dei testi sacri…; equivaleva alla morte civile: si era come banditi dalla società; diventava difficile anche la normale attività lavorativa… Oltre questo, però, c’è una motivazione più profonda, che l’autore evidenzia nel versetto successivo e che coinvolge anche noi: “Amavano la gloria degli uomini…”. Non ce la sentiamo di “perdere la faccia”: il prestigio, la stima degli altri, apprezzamento e onore ci stanno “troppo” a cuore… Rinunciarvi vuol dire “portare la croce” con Lui.
v. 41 “Queste cose disse Isaia, perchè vide la sua gloria e parlò di Lui”: poteva dire “vide la loro incredulità”, però dice: “vide la sua gloria e parlò di lui”. Anche questi vv. queste cose che sono negative (es. l’incredulità) sono dentro alla visione della gloria di Dio. Il v. 40 riporta la citazione di Isa in modo diverso da come lo citano gli altri vangeli e le lettere, qui si dice che Dio “ha accecato i loro occhi e reso duro il loro cuore”: ricorda la vicenda del cieco nato e le parole del Signore alla fine: “Io sono venuto nel mondo per un giudizio, affinchè quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi”. Quello che viene detto oggi qui, si può leggere in questi stessi termini: è il tema della fede come DONO, e non come conquista. “Vide la sua gloria”: richiama le prole del Prologo di Giov: “Il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi, e noi vedemmo la sua gloria”: è l’incarnazione del Verbo che permette all’uomo la visione della gloria di Dio. Abbiamo potuto accogliere i vv. di oggi con non cogliendo in essi l’angoscia del tema della predestinazione, ma piuttosto la rivelazione che anche chi non crede all’annuncio degli inviati di Dio (il profeta, a anche lo stesso Figlio, vv. 37-40), e chi non confessa la sua fede “amando la gloria degli uomini più della gloria di Dio” (vv. 42-43) (o/e quella parte di noi che non crede o non confessa) sono dentro all’attenzione di Dio. E soprattutto, per il fatto che questi vv. seguono così da vicino quanto Gesù aveva con forza stupefacente appena dichiarato: “Io quando sarò elevato da terra attirerò TUTTI a me”, sembra che anche i “non credenti” e “paurosi che non confessano” entrino misteriosamente nel mistero dell’amore di Dio e della sua gloria che si rivelerà al momento opportuno.
Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?
è una domanda diretta! invita a riflettere profondamente sulla propria storia; Quella ce il Signore sta facendo con me!
E’ la stessa domanda: e. tu chi dici che io sia?
Ossia: sei ancora così incredulo che sono Io a fare la storia con Te?
A chi ho fatto vedere tanti prodigi nella tua vita?
Si Signore! Hai proprio ragione!
Sono con gli occhi chiusi, incapace di leggere i fatti della vita attraverso i tuoi occhi.
Hai ragione a farmi questa domanda: E la forza del Signore a chi è stata rivelata? come se mi stai chiedendo: tutti questi anni che ti ho dimostrato la mia fedeltà, a chi l’ho mostrata?
Grazie Signore per la tua fedeltà e il Tuo amore.
Alfredo