48 Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49 Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50 Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51 In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52 Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53 Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Giovanni 8,48-52

Venerdì 6 settembre 2019
Gv 8,48-53
COMMENTO DI GIOVANNI E FRANCESCO
All’aggressività dei Giudei Gesù risponde al ver.49, negando la loro accusa e anzi affermando che Egli “onora” il Padre mentre loro “dis-onorano” Lui, Gesù!
Il significato che sembra indicare questo verbo è quello di una luminosa e ammirevole testimonianza da parte sua, contrastata dal “disonore” che essi nutrono verso Gesù!
Egli cerca appassionatamente la gloria del Padre, e non la sua!
Peraltro l’accoglienza dell’annuncio di Gesù è la condizione della salvezza: “Se uno osserva la mia Parola non vedrà la morte in eterno”.
Qui entra potentemente il tema della morte!
La morte, nel mistero e nell’opera di Gesù muta radicalmente di significato!
Infatti in Gesù e nella sua obbedienza radicale al Padre la morte diventa “offerta della vita”, sacrificio e dono della vita.
E quindi ingresso nella vita divina!
Certamente Gesù è più grande di Abramo, ma per questo il suo “sacrificio d’amore” anche Abramo è chiamato a questa “Vita eterna”, che il sacrificio d’amore di Gesù offre e dona a tutta l’umanità.
Il nostro Battesimo è stato anche per noi il dono di tale Vita!
In Gesù, per Gesù e con Gesù siamo chiamati non a morire, ma ad offrire la vita per amore e nell’Amore!
La risurrezione e la vita eterna non sono un “superamento” della morte, ma sono “la pienezza della vita” come celebrazione dell’Amore.
Pensiamo ad alcune “espressioni” entrate nel nostro linguaggio, come “ti voglio un bene da morire” e “quella persona ha veramente dato la vita”!
Dio ti benedica. Anche Francesco e Giovanni volentieri ti ricordano al Signore.