32 I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33 Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. 34 Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». 35 Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? 36 Che discorso è quello che ha fatto: “Voi mi cercherete e non mi troverete”, e: “Dove sono io, voi non potete venire”?».
Giovanni 7,32-36

Mi sembra che possiamo accogliere questa Parola come grande conferma che la relazione e la comunione con il Signore Gesù può essere solo un dono ricevuto, e non certo il nostro tentativo di “impadronirci” di Lui, vuoi dal punto di vista intellettuale, vuoi da quello morale ….
E in questo orizzonte, il ver.32 sembra voler mettere in evidenza anche una diversità sostanziale di atteggiamento tra la gente (alla lettera, “la folla”) che “dice sottovoce” (alla lettera, “mormora”) e i farisei e i loro capi che mandano guardie per arrestare Gesù!
Perciò è impressionante la reazione del Signore che risponde a questo affermando con sicurezza il suo andare, dice Lui, “da colui che mi ha mandato”, dopo essere stato ancora per poco tempo con loro!
E poi, quindi, “Voi mi cercherete e non mi troverete, e dove sono io, voi non potete venire” (ver.34). Mi chiedo se a questa esperienza negativa, a questo smacco, non sia esposto anche ciascuno di noi, e l’intera comunità ecclesiale: quando si vuole e si cerca di possedere una relazione sicura con Lui, perché si pretende di “capirlo” e di “meritarlo” … quando si pensa di aver trovato una teologia garantita o un’etica sicuramente virtuosa, o una preghiera certamente efficace …
A queste Parole di Gesù i Giudei reagiscono ponendosi delle domande. E’ interessante osservare come queste domande possano avere un significato importante al di là dell’intenzione di chi le pone! Soprattutto mi sembra di grande rilievo l’accenno profetico all’annuncio evangelico alle genti! (ver.35).
E quindi l’ammonizione profetica circa l’impossibilità di trovarlo, da parte di chi lo cerca con questo impeto possessivo! O con questo moralismo di merito e di conquista!
Trovo in questo un’indicazione chiara circa tanti miei errori e pretese intellettuali e morali! E penso come anche per tutta la Chiesa doni come Papa Giovanni e Papa Francesco , e avvenimenti come il Concilio Vaticano, siano doni e “sorprese” che fanno riscoprire la Persona di Gesù e il mistero stesso della Chiesa!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.