E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39 Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 40 Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2 E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3 Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
Giovanni 18,38b-19,3

La Parola che oggi ascoltiamo dalla bontà di Dio ci porta all’amara considerazione di come il potere mondano, incapace di vera giustizia perché senza il riferimento e il legame essenziale con “la verità”, cioè con il Signore Gesù, alla fine resti prigioniero di se stesso, e costretto ad abbandonare la sua stessa pretesa di fare giustizia. Anche le “incertezze” di questi giorni che tengono sospesa la decisione di sopprimere tante vite innocenti nella terra di Siria ci mostrano come la vicenda di Gesù non sia episodio isolato, ma piuttosto il paradigma di una ingiusta giustizia mondana dove è proprio l’innocente ad essere alla fine colpito.
Così il “brigante” viene messo in libertà. Ma noi qui cogliamo anche e soprattutto qualcosa di molto più profondo e di meravigliosamente vero, e cioè che il “brigante” – che non è solo Barabba, ma ognuno di noi e l’umanità nel suo insieme – viene liberato dal male e dalla morte per il sacrificio d’amore che in Gesù Dio compie per lui. Nell’orizzonte meraviglioso della fede non sono gli uomini a fare sacrifici a Dio, ma è Dio che dona Se stesso per salvare l’umanità. Sotto la follia di una folla ingannata e indotta al male, e al di là di una giustizia che genera ingiustizia, è presente e rivelato il mistero dell’amore di Dio. Il mistero del Dio dell’Amore.
Per lo stesso motivo dobbiamo cogliere l’irrisione cui viene sottoposto Gesù in Gv.19,2 come rivelatrice involontaria della reale regalità del Cristo. La flagellazione imposta da Pilato (ver.1) e gli schiaffi della soldataglia (ver.3) dovranno arrivare fino alla croce, ma in tutto questo si manifesterà pienamente quella regalità che Gesù dichiarava a Pilato come “testimonianza della verità”. Gesù è in Se stesso il “Testimone” di Dio, che in Lui viene rivelato e donato come l’Amore divino per l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi Tuo. Giovanni.