15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19 per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Giovanni 17,15-19

La Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore illumina e conferma il rapporto tra i discepoli del Signore e il “mondo”. E mostra come questo rapporto con il mondo sia prima di tutto il rapporto di Gesù con il mondo. C’è un verbo che Giovanni, eccetto un versetto al cap.10, usa solo qui, e per tre volte: il verbo “consacrare”. Ma ora seguiamo con ordine i “passaggi” di questa Parola.
Al ver.16 Gesù dice che i discepoli “non sono del mondo” – più fortemente il testo originale dice “dal mondo” – e in questo essi sono totalmente assimilati alla condizione stessa di Lui: “.. come io non sono del (dal) mondo”. Ma questa non appartenenza al mondo non vuol dire una fuga dal mondo. Così Gesù dice, al ver.15: “Non prego che tu – il Padre – li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”. E qui il termine che Giovanni usa altre due volte come aggettivo per dire di opere “cattive”, assume la fisionomia e il significato del “Male” come entità spirituale. Il Male come il mistero del Male, come la potenza che si oppone al mistero di Dio e dell’Amore di Dio. Dunque, tale è la condizione del discepolo: liberato dal Male e immerso nel mondo e nella storia, che è realtà assediata e occupata dal Male.
Per questo il Figlio prega il Padre e chiede: “Consacrali nella verità”. Consacrare vuol dire “riservare a Dio”, e quindi togliere da una condizione di appartenenza mondana e “riservare per Dio”. L’orizzonte, la luce e il nutrimento di tale consacrazione è la Parola. Per questo dice: “Consacrali nella verità. La tua Parola è verità” (ver.17). Il dono quotidiano della Parola che è Gesù tra noi, in noi e per noi, è la fonte della nostra vita di discepoli.
Da qui, la “missione” dei discepoli che nasce dalla missione stessa di Gesù: “Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo” (ver.18). La Pasqua ormai imminente di Gesù è la pienezza della sua “consacrazione” a Dio Padre, l’offerta d’amore della sua vita e quindi la pienezza della comunione d’amore tra Lui e il Padre. E anche questo è fatto “perché siano anch’essi consacrati nella verità” (ver.19). La Pasqua di Gesù genera e conduce la consacrazione dei discepoli, chiamati a entrare e a celebrare in se stessi la Pasqua del Signore. Tale è il senso e lo scopo della vita cristiana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.